31 luglio 2007

Michelangelo Antonioni

E' morto Michelangelo Antonioni.

I suoi silenzi, la sua lentezza, i suoi lunghissimi piani sequenza a volte sono stati una vera tortura.
Ma i primi film a partire dallo splendido "Cronaca di un Amore"......
E poi soprattutto "Blow Up".....
Cosa saremmo mai senza "Blow Up"?

30 luglio 2007

Ingmar Bergman

E' morto Ingmar Bergman.

Se mi piacciono cose che sono apparentemente l'esatto contrario di altre un po' lo devo anche a lui.
E a chi da bambino mi avvicinò al fascino dell'incomprensibile.


«Spero di non diventare mai così vecchio da diventare religioso»

28 luglio 2007

..e a culo tutto il resto!

L'amico Occhiobuio (ospite di Cabaret Voltaire) scrive, come io vorrei, ciò che penso:

....
Il partito democratico (questo) nasce dall'unione delle due grandi tradizioni che nelle mie adolescenziali speranze il partito democratico avrebbe dovuto fare fuori: la tradizione democratico cristiana e quella comunista. Non sono mai stato democratico cristiano, non sono mai stato comunista, ho sempre pensato che l'anomalia di questo paese fosse la potenza di queste due grandi tradizioni ognuna a suo modo clericale....
....
Marco alla guida del PD sarebbe davvero una sciagura, manderebbe splendidamente all'aria tutto, probabilmente garantendo a qualsiasi antagonista di vincere solo lasciandolo intorcolarsi dentro le sue meravigliose folate di fumo dove trovano ospitalità quelle parole (amore, verità, morte, vita, fede, speranza, dolore) che nessun politico tranne lui può permettersi di usare senza apparire ridicolo o in malafede. E tuttavia la candidatura di Marco non è solo il gesto dadaista, surrealista e situazionista (mah!) che... leggi tutto

Kraftwerk - Trans-Europe Express (1977)

Kraftwerk sono il sinonimo di elettronica. Sarebbe più semplice elencare ciò che nella musica degli ultimi 30 anni non ha sentito la loro influenza che il contrario.
Primo hip-hop, electro-dance, techno-minimale, new wave. Dal genio di Brian Eno ad Afrika Bambaataa (Planet Rock è costruita sulla base di Trans-Europe Express). Dai Joy Division ai Radiohead. Dai Depeche Mode agli Hot Chip.
Nessuno ha resistito al fascino dei 4 di Dusseldorf nel loro tentativo di eliminare la differenza tra uomo e macchina.
Personalmente preferisco l'ancor più robotico "The Man-Machine" ma comprendo che il disco manifesto sia considerato "Trans-Europe Express".
Album per il quale la definizione che Bono diede dei Kraftwerk risulta perfetta: "the modern soul statement".

27 luglio 2007

Smashing Pumpkins - Zeitgeist

E' possibile chiamare Smashing Pumpkins una band della quale fa parte solo il 50% della formazione originaria?
Sì se nei superstiti vi è Billy Corgan. Un uomo dall'ego così smisurato da titolare il disco: "Zeitgeist".
Il problema dell'assenza di Ihia e D'arcy non sta infatti nel sound, davvero molto Pumpkins, ma nell'impossibilità di limitare il leader maximo. Corgan, sostenuto dalla prodigiosa batteria di Chamberlain, mette assieme riff possenti, idee, deliri. Fa sembrare tutto pomposamente Smashing Pumpkins (Tarantula, Doomsday Clock) ma non riesce a realizzare canzoni da ricordare eccetto Starz.
Certo, United States è talmente Children Of The Grave (il mio pezzo preferito dei Black Sabbath) da far pensare che Corgan sia molto più sincero qui di quanto non sia stato negli ultimi 10 anni.
Ma da un signore sopravvalutato in gioventù nessuno vuole metal superprodotto.

5/10

26 luglio 2007

Bobby

Emilio Estevez racconta l'America anni '60 come fosse Furio Colombo. Ci sono momenti retorici e magari un po' stucchevoli ma è bravo e ti fa venire in mente com'era Oliver Stone tanto tempo fa. Il cast è incredibile. Da Martin Sheen a Helen Hunt. Da Sharon Stone (parrucchiera straordinaria) a Lindsy Lohan (brava ragazza). Da Antony Hopkins ad Elijah Wood. Tutti uniti a compenso minimo per dimostrare che "l'America può essere bella se dei Democratici".
Immagini che sono un piacere per gli occhi, musica coinvolgente e citazioni da "Il laureato". Se siete sensibili al mito e amate l'America il montaggio finale potrebbe commuovervi.

25 luglio 2007

The Enemy - We'll Live And Die In These Towns

Questi tre ragazzini di Coventry, l'altra settimana, hanno tenuto sotto la vetta della chart inglese l'attesissimo album degli Interpol. La scorsa sono scesi al 2° posto mentre i newyorkesi sono piombati al 21°.
E' il segno che in Gran Bretagna una forma di "working class rock" estremamente tradizionalista non solo resiste ma ha ancora una certa presa anche sulle giovani generazioni.
The Enemy vogliono essere in tutto e per tutto i nipotini dei Jam.
Fuori tempo e privi della classe compositiva di Weller, la loro "rabbia da Midlands" e i coretti da "saturday night" susciteranno molti sorrisetti di sufficienza oltre Manica.
Se però amate il fish and chips e talvolta non disdegnate neppure la birra calda, preferirete un disco conservatore come "We'll Live And Die In These Towns" a tanto inutile imperante finto progressismo.
Away From Here, che è un po' la ragione del loro successo, è al momento il brano preferito di mia figlia Francesca di 4 anni.
Ma la kasabianesca Aggro e l'ottima Technodanceaphobic lasciano pensare che i ragazzini sapranno evolversi.

6/10

24 luglio 2007

L'Amico di Famiglia

Più surrealista del solito.
Le idee di Sorrentino (troppe) stavolta si perderebbero se non fosse per la magnifica fotografia di Luca Bigazzi che le visualizza (le inquadrature d'esterno così Dechirichiane sono piccoli capolavori come lo sono quelle dei titoli di testa).
Giacomo Rizzo è magnifico. La figura di Bentivoglio non mi è piaciuta. La Chiatti non so.
Antony, Lcd Soundsystem, Notwist in una colonna sonora che come nelle "Conseguenze dell'Amore" osa ma sbilancia talvolta verso lo "spot".
Bello ma il meno riuscito dei tre film del giovane talento napoletano.

23 luglio 2007

Q magazine

Avrete capito che la mia passione per la critica e le riviste musicali è inscindibile da quella per il Rock stesso.
Ho scoperto che Q Magazine è improvvisamente tornato ad essere l'ottimo mensile che era una decina d'anni fa.
Interviste lunghissime e approfondite, articoli ben scritti, recensioni competenti, foto esclusive e d'archivio inedite.
Il mese scorso 9 pagine di vera intervista agli Arctic Monkeys.
Questo mese 14 pagine sui Metallica (con uno scatto di quel concerto del '93 allo Stadio delle Alpi in cui si intravede lo snakepit in cui mi trovavo), 9 pagine di intervista a Deve Grohl, una seduta al pub con Mark E. Smith, Alex James che interroga Bryan Ferry....
Potevo resistere all'immediato abbonamento?

22 luglio 2007

Gang Of Four - Entertainment! (1979)

I quattro universitari di Leeds suonano punk con un rigore tecnico insolito. Non sono anarchici ma attratti dal comunismo. Ma la componente realmente rivoluzionaria in loro è quella di inserire all'interno del genere l'elemento "funk".
"Entertaiment!" è un po' come dire: "è nato il post punk!".
Fondamentali per la scena alternativa americana. Dai Fugazi ai Rage Against The Machine. I preferiti da Flea dei Red Hot Chili Peppers. Indispensabili se vi piacciono Rapture, Franz Ferdinand, Bloc Party, Radio 4, etc, etc, etc....

19 luglio 2007

Interpol - Our Love To Admire

Ho sempre pensato che negli Interpol fossero state riposte troppe speranze. Che presto si sarebbero trasformati in poco più dei Killers.
Sono settimane che ascolto questo disco. Ne ho letto di tutto e il contrario di tutto. Su Vitaminic hanno pure lanciato un sondaggio prima di sbilanciarsi.
"Our Love To Admire" è lo sforzo coraggioso di una band che vuole una propria identità e che rifiuta di essere ricordata solo per un valore revivalistico.
Distrattamente potrebbero sembrare i soliti Interpol più fiacchi, ma solo nei riascolti emergono la crescita artistica, i dettagli, gli arrangiamenti di una produzione (per la prima volta esterna) ricca ma misurata.
Se i quattro newyorkesi si sono evoluti verso un suono loro è stato mantenendo Manchester nel cuore ma abbandonandosi totalmente ad una americanità musicale che va dai Rem (Pace Is The Trick) ai Mercury Rev (Wrecking Ball).
Non è un caso che nell'iniziale meravigliosa Pioneer To The Falls Paul Banks ricordi molto più Michael Stipe che Ian Curtis. Ma in tutto il disco vi capiterà di immaginare più spesso la desolazione dei canyons che quella di camerette o vicoli oscuri.
La chitarra di Daniel Kessler è diventata morriconiana: No I In Threesome (tranquilli, Renato Zero non c'entra), Lighthouse.
Kessler è il vero protagonista di questo disco. Il nuovo tremolo-hero. E' lui che segna la via su cui tutto il resto si interseca e intimamente cresce. E' lui che trasforma canzoni che non esplodono mai in un disco di emozioni che si rivelano poco alla volta.
Il primo disco Interpol.
Editors non solo smarcati ma depistati.

8/10

18 luglio 2007

Ma è la Melandri quella?

Si bella la nuova Fiat 500. Davvero.
Ma gli spot.
La retorica. La pesantezza. Il bianco e nero. La voce fuori campo che ti parla del bene e del male.
Quel "vorremmo essere fighi come alla Apple ma dobbiamo mettere il Papa in ognuno dei 3 spot."
E poi quella sarà anche la campionessa di scherma Margherita Granbassi, ma in quel fotogramma in b/n a me sembra la Melandri sul pullman della Nazionale.

17 luglio 2007

Le nominees del Mercury Prize 2007

Ecco le nominess del prestigioso Mercury Music Prize:
  • Arctic Monkeys - Favourite Worst Nightmare
  • Klaxons - Myths Of The Near Future
  • Amy Winehouse - Back To Black
  • Maps - We Can Create
  • The View - Hats Off To The Buskers
  • Jamie T - Panic Prevention
  • Dizzee Rascal - Maths & English
  • Bat For Lashes - Fur And Gold
  • Young Knives - Voices of Animals And Men
  • Fionn Regan - The End Of History
  • New Young Pony Club - Fantastic Playroom
  • Basquiat Strings - Basquiat Strings
Mi pare che per due anni di seguito non lo abbia mai vinto nessuno, però vista la concorrenza....

16 luglio 2007

Arctic Monkeys a Ferrara

Sebbene coreograficamente perfetta per il loro suono, la splendida Piazza Castello è ancora semivuota quando i Coral salgono sul palco.
Amati da Noel Gallagher e adorati dagli Arctics, i giovani di Liverpool non hanno neppure l'ausilio delle luci di scena: come loro solito suonano e basta. Ci mettono qualche canzone, il tempo di far riconoscere un paio di ritornelli (Dreaming Of You, In The Morning) e dimostrare a chi non li conosce di cosa siano capaci, ma alla fine il parterre sarà completamente conquistato dalle tipico Mersey sound. Fantastica Arabian Sand e pure gli inediti (In The Rain) dell'imminente nuovo "Roots & Echoes". Bravissimi.
E' la quarta volta che vedo gli Arctic Monkeys, e sono reduce dalla loro leggendaria (non acusticamente) esibizione di Glastonbury. Difficile non temere una qualche sorta di distacco, una possibile delusione.
Il pubblico è infiammato dall'attesa e fortunatamente risponde bene ad una partenza falsa. Chitarre e voce sono impastate in un volume troppo basso. A View From The Afternoon e Brianstorm vengono "bruciate". Non sembrano neanche loro. Still Take You Home è poco meglio, poi tutto si aggiusta ed inizia a girare. From The Ritz To The Rubble suona esattamente come deve e il crescendo da questo punto sarà costante. Al contrario di quanto avvertito a Glastonbury il concerto non ha cedimenti e i brani di "Favourite Worst Nightmare" nella loro maggior complessità funzionano bene quanto i classici del debutto. Balaclava, tutta d'un fiato a seguire Fake Tales Of San Francisco, fa paura. This House Is A Circus, Fluorescent Adolescent, Do Me A Favour lasciano esterefatti gli scettici. Matt Helders scatena senza sosta l'inferno sulle pelli. Alex Turner intona alla perfezione le sue rime contemporanee.
La risposta del pubblico è impressionante. Su l'indie-anthem generazionale I Bet You Look Good On The Dancefloor ce lo si aspetta, ma sentire in Italia cantare in coro a quel modo Murdy Bum o When The Sun Goes Down sorprende. E sorprende visibilmente anche le scimmiette dall'apparente composta artica freddezza.
Travolgenti. Straordinari. Altro che delusione.
Un concerto che è la dimostrazione di come nessuno come gli Arctic Monkeys abbia saputo, in questi anni, attrarre alle regole del Rock il pubblico giovane (pure molto femminile).
Il prossimo traguardo sarà ora quello di riuscire a comporre qualcosa di emotivamente coinvolgente. Di molto più importante della bella 505 (non eseguita). Qualcosa che possa rimanere indelebile, che suoni come una Live Forever, una Wonderwall, una Bittersweet Symphony della loro generazione.
Poi sarà veramente fatta.......

Qualche fotografia scattata da sopra le mie spallle.

13 luglio 2007

The Smiths - The Queen Is Dead (1986)

Il disco con cui The Smiths si guadagnarono un posto tra gli artisti inglesi più importanti ed influenti del secolo scorso.
Perfetto. Non esitono altre definizioni per descrivere "The Queen Is Dead".
Sarebbe bastata There's A Light That Never Goes Out (una delle 10 canzoni della storia della musica) e invece non è contenuto un solo brano che non sia memorabile: I Know It's Over, Bigmouth Strikes Again, Never Had No One Ever, Cemetary Gates, Frankly, Mr Shankly, The Boy With The Thorn In His Side....
La gioia, la poesia, lo humour, la pervasiva tristezza delle interpretazioni di Morrissey che si fonde con i memorabili arpeggi di Johnny Marr.
Il titolo. La copertina. Dove lo trovate un altro disco così?
Nessuno osi non possederlo.
Piu British della Regina. Che infatti è morta.

Slash su Guitar Hero III

Lasciate perdere i dischi dei Velvet Revolver ma preparate la tuba e iniziate ad esercitarvi con la sigaretta tra le labbra.
E' ufficiale su Guitar Hero III potremo essere Slash.

12 luglio 2007

Un po' di Rumore per....

Immagino molti di voi siano lettori di Rumore.
In fondo è la migliore rivista musicale italiana sulle cose che ascoltiamo.
Ma l'ultimo numero....
Qualcuno è in grado di spiegarmi il significato dell'intervista zoologica agli Interpol?
Il buon Alberto Campo che si arrampica sugli specchi per salvare "Our Love To Admire": non gli piace ma non può deludere i lettori che hanno visto gli Interpol in copertina (già non hanno trovato l'intervista).
Un bel 9 a "Zeitgeist" degli Smashing Pumpkins e Art Brut disco del mese.
Dulcis in fundo, un lungo articolo sulla "Prova del Cuoco" versione Rock.
Ragazzi, ma stiamo scherzando?

10 luglio 2007

Live Earth

Già Al Gore e la sua mogliettina Tipper non mi hanno mai convinto.
Ci mancava solo il potere "sensibilizzante" del Live Earth.
Almeno con Live Aid ci chiedevano di cacciare la grana e se guardando lo spettacolo non facevi un'offerta ti sentivi giustamente un po' stronzo (comperai pure l'album "We Are The World"). Altro che sensibilizzazione!
Parliamo di musica vah, dato che Live Earth altro non è stato.
Mi è parso tutto molto fiacco nonostante, avendolo seguito sulla BBC, la buona conduzione televisiva di Johnaton Ross e la totale copertura di ciò che accadeva allo stadio di Wembley.
L'apertura ai Genesis è stata così imbarazzante (ma chi se li fila questi qui?) da far sembrare accettabile la serie di performance inutili ed anonime che l'hanno seguita.
Poi per fortuna sono arrivati i Kasabian (non so se Mtv li abbia trasmessi ma al limite rimediate qui dove troverete davvero tutto on demand). Tom Meighan ha detto: "il pianeta salvatelo voi perchè io non ci riesco" ed è stato finalmente Rock'n'Roll, mentre dalle tribune la regia inquadrava prima Patsy Kensit e poi ossessivamente Liam Gallagher (in queste vesti) che annuiva. Splendido.
Per il resto professionali ed incisivi, come sempre, i Metallica ma esteticamente inaccettabili sino a quando non cacceranno quello scimmione in bermuda e calzini bianchi di Rob Trujillo.
Bravi e potenti i Foo Fighters e bellissima Madonna nel suo duetto con un Gogol Bordello che sarà ora proiettato nel mainstream.
Furba? Si, e allora? That's Entertainment!
E l'ultimo, ovviamente, ora spenga pure la luce....

6 luglio 2007

Marvin Gaye - What's Going On (1971)

Ottavo album della Hall Of Fame di NME.
"What's Going On": il capolavoro di Marvin Gaye nonchè Concept Soul Protest Record per definizione.
Il disco che la Motown Records non voleva pubblicare, causa le tematiche troppo impegnate (Vietnam, povertà, ecologia) rispetto allo standard del genere, e che si trasformò non solo nel maggiore successo Soul di tutti i tempi ma pure in quello musicalmente più influente.
Sempre presente anche all'interno delle collezioni del rockettaro più incallito, è l'asso nella manica che sfoderiamo per "dimostrare" che sappiano andare oltre i chitarroni. Indispensabile per ogni evenienza. Bellissimo.

5 luglio 2007

The White Stripes - Icky Thump

Non sarete di quelli che credono che tra uomo e donna possa esistere amicizia?
Non importa a quale supermodella Jack si sia sposato. Tra lui e Meg ora la relazione sarà solo più intrigante.
Si sono presi una pausa: il deludente "Get Behind Me Satan". Ma adesso il gioco delle parti può finalmente essere interpretato al meglio. Finalmente sono "amanti" a tutti gli effetti.
Avete presente come Meg lo guarda mentre suona quella batteria appositamente messa a 45°? Avete presente le occhiate che gli lancia da dietro la frangia? Avete presente come gli si propone e gli si sottrae di continuo?
Jack ne riceve la carica e la sua chitarra impazzita diventa l'arma della seduzione. L' espressione del suo desiderio da domare e mostrare nella sua possenza.
In "Icky Thump" c'è tutto il loro erotismo. Subdolo, raffinato, innocente e torbido.
Nella bomba Rag & Bone i due parlano d'altro (..oh, Meg don't be rude...) eppure non sono mai stati così espliciti. Provate Catch Hell Blues o il metal-flamenco di Conquest. Fuoco.
Il più live degli album dei White Stripes nel senso che meglio ne traduce il gesto che conosciamo.
Un po' di organo alla Jon Lord per involgarire e confondere le acque (Icky Thump) e moltissimo Jimmy Page. Mai così senza ritegno.
Zeppelin, ahimè, sono pure alcune discutibili scelte celtiche come quelle tremende cornamuse in un paio di brani. Perdoniamo volentieri in cambio di tanta passione. Di tanta chitarra impazzita e urlante, di una batteria così piena.
Distante dalla raffinatezza di "De Stijl" ma prossimo ad "Elephant" nonostante la forma canzone meno compiuta.
Perchè "Icky Thump" è la narrazione sanguigna e scomposta solo dell'eccitazione. Se orgasmo vi sia o meno è lasciato alla nostra immaginazione.

8/10

4 luglio 2007

I 20 album più rumorosi di sempre

O meglio "The 20 Loudest Albums Of All Time" secondo Q Magazine di questo mese.
Mancherà come sempre qualcosa ma la classifica non è male ed il numero 1 è perfetto:
  1. The Stooges - Funhouse
  2. Slayer - Reign In Blood
  3. Public Enemy - It Takes A Nation Of Millions To Hold Us Back
  4. The Jesus And Mary Chain - Psychocandy
  5. Big Black - Songs About Fuckin'
  6. The Who - Live At Leeds
  7. Napalm Death - Scum
  8. My Bloody Valentine - Isn’t Anything
  9. Atari Teenage Riot – The Future Of War
  10. Sex Pistols - Never Mind The Bollocks
gli altri 10

3 luglio 2007

Glastonbury 2007: la domenica

Non amo molto il raggae ma i fratelli Marleys su Pyramid Stage che, nel suo trentennale, eseguono l'intero "Exodus" possono essere un' esperienza acusticamente sconvolgente (7).
Le 14.45 non sembrerebbero proprio l'orario adatto per vedere The Horrors ma il John Peel Stage è sotto ad un enorme tendone e fortunatamente l'effetto è quello di essere al "chiuso".
Scarni e con un suono di batteria che è molto più Joy Division delle tanto blasonate bands che ne dovrebbero rappresentare l'odierna reincarnazione. Faris Rotter è attitudine, Spider Web, dedito a torturare le proprie tastiere, è l'anima, indemoniata, della band. Coinvolgenti, deliranti e fuori moda (7).
Sull'Other Stage ho la sfortuna di incrociare i Rakes. Perchè lo fate ragazzi? Che senso ha tutto questo se tempo qualche mese e nessuno si ricorderà più di voi? (4).
Ci mettiamo comodi davanti al Jazz World Stage per i touareg del Sahara che Robert Plant si era portato in tour: i Tinariwen. Un chill out stordente. Eccellenti per riprendersi dai Rakes (6).
Al Pyramid tocca ai Manic Street Preachers. Nel 1999 lo stesso palco lo avevano calcato da headliner ma nei cuori dei britannici (e nel mio) sono rimasti importanti come allora. Un concerto magnifico, quanto la voce del guitar hero James Dean Bradfield, l'eleganza di Nicki Wire, la precisione di Sean Moore. Il duetto con la bellissima Nina Persson in Your Love Alone Is Not Enough è uno dei momenti più alti dell'intero festival, ma è tutta la performance a non avere un solo attimo di cedimento. Un classico dopo l'altro: Motorcycle Emptiness, Motown Junk (per Ricky, che nel '94 era lì con loro), You Stole The Sun From My Heart, If You Tolerate This Your Children Will Be Next..... Alla fine sarà ovviamente A Design For Life, cantata all'unisono sotto un cielo mai così meravigliosamente grigio (9).
Sebbene conosca le doti live dei Kaiser Chiefs penso che a questo punto sarà davvero molto dura per loro. Come se non bastasse sta pure diluviando.
Nulla di più sbagliato. La capacità di trascinare la folla sin dal primo istante è semplicemente spaventosa. La genuinità del bravo Ricky Wilson scatena la partecipazione di pubblico più importante che abbia visto negli interi tre giorni. I loro "anthems troppo facili" in mezzo a 100.000 persone diventano semplicemente irresistibili (8).
Siamo alla fine. Ancora Pyramid Stage.
Bisogna vergognarsi a vedere The Who vero?
E poi che The Who sono mai questi?
Già siamo contro le reunions, ci manca solo che siano pure dimezzate!
Però dai, in fondo questi signori erano headliner a Woodstock. Fu guardando su Rai3 quella loro esibizione nel film se più di 25 anni fa mi innamorai del Rock. Glielo devo.
Non ditelo a nessuno, ma voglio vedere Pete Townshed che fa il "mulinello". Vado pazzo per il "mulinello". Dai.
I Can't Explain: un solo accordo per rimanere impietrito. Piove in modo inenarrabile. Via il cappuccio. Voglio le orecchie libere: un suono così mi pare di non averlo sentito mai.
Keith Moon, regalando al piccolissimo Zak la sua prima mini batteria, forse non immaginava che le cose un giorno sarebbero potute finire così. Ma Starkey seduto là di dietro non è solo bravissimo. E' perfetto. La voce di Daltrey è calda. Magnifica. Solo In The Kids Are Alright starà un po' sotto (ma chi se ne importa?). Sugli schermi splendide immagini d'epoca autocelebrative (i loro concerti, i mods, le vespe...) e davanti Pete che "mulinella" suoni che non vi so descrivere.
Penso: "non ho potuto vedere gli Zeppelin ma il sound dev'essere stato più o meno così". Who Are You, Baba O'Riley, My Generation, Won't Get Fooled Again, Pinball Wizard, See Me Feel Me, Listening To You.... Sbalordito, emozionato e senza ormai alcuna vergogna mi volto verso i miei compagni di ventura. Scopro che anche i più scettici e dissacranti non riescono a nascondere il proprio stupore e il proprio coinvolgimento. Indimenticabile!
".....Listening to you I get the music. Gazing at you I get the heat. Following you I climb the mountain. I get excitement at your feet!...." (10)