31 luglio 2007

Michelangelo Antonioni

E' morto Michelangelo Antonioni.

I suoi silenzi, la sua lentezza, i suoi lunghissimi piani sequenza a volte sono stati una vera tortura.
Ma i primi film a partire dallo splendido "Cronaca di un Amore"......
E poi soprattutto "Blow Up".....
Cosa saremmo mai senza "Blow Up"?

10 commenti:

Anonimo ha detto...

Certo BLOW UP. Ricordo come fosse adesso l'emozione del primo seno nudo visto al cinema al cinema RUBINI di Bergamo vedendo quel film allora v.m. 14. Non voglio banalizzare ma è ciò che ricordo di più. Ridatemi quegli anni e ... quella musica !!

Olpié.

Anonimo ha detto...

cazzo che stroncatura d'epoca!

Alberto

http://www.mymovies.it/dizionario/critica.asp?id=71610

goodnight ha detto...

Alberto, ma la recensione è di Tullio Kezich sul Corriere o di chi altro su Quaderni piacentini?

onan ha detto...

anonimo:
Blow Up è dell 66! Mi sa che riavere quella musica che che sarebbe arrivata nei 5 anni successivi sarai diffcile quanto riavere quegli anni.

alfa + goodnight:
Straordinaria stroncatura di Kezich.
Non sono quasi mai d'accordo con lui. Ma forse proprio perchè quello di oggi non si permetterebbe mai una stroncatura così per Antonioni.
Pure Mereghetti (che invece condivido molto di più) non ama Antonioni. Anzi.
Antonioni è stato spesso "due palle" isopportabili. A me non piacque neppure "Professione Reporter". Però Blow Up e quella locandina......

accento svedese ha detto...

Senza Blow Up nulla, direi.
Se ne va un grandissimo. Per giunta ferrarese.

20nd ha detto...

Anche per Zondini, che comunque ha visto poco, du'palle. Pero' Zabri e Blow film autentici dal punto di vista filmico pionieri e imprescindibili di un universo ormai lontando dove fare cinema costava molto di piu', e richiedeva una discreta dose di carattere e intraprendenza.

a bim beri ha detto...

L'altra sera, dopo anni, ho rivisto Z.P.
Le scene finali sono un'opera d'arte.
Relativamente alla rivoluzione (negli usa) secondo me la sua non era una profezia, ma la constatazione di una cosa già in essere, perdipiù in fase di ridimensionamento, e che manifestava già la sua impotenza e il demandare ai sogni e all'immaginazione le azioni più estreme e risolutive. Profezia purtroppo poi avveratasi con altri mandanti l'11/9.
Uno dei film "pallosi" che preferisco.

Dalla rece di Kezich:
"Antonioni ha fatto ricorso essenzialmente alla sua vena, diciamo così, poetica, molto più che non all’analisi e alla sua concretizzazione essenziale e non riduttiva in soggetto, convinto come sempre di poter arrivare al fondo dei fondi dei problemi per istinto poetico."
Secondo me invece è proprio questo il bello...

Kezich cita il commento di Moravia, interessante e d'opinione opposta, che ho trovato qui:
http://www.miserabili.com/2003/09/16/moravia_su_zabriskie_point_di.html

Anonimo ha detto...

Ho letto la recensione di Moravia e mi è sembrata assolutamente acuta e in grado di andare oltre alla visione decisamente ideologica di Kezich, detto questo ho rivisto anch'io zabriskie point e l'ho trovato datato e didascalico (ma noi ne parliamo 27 anni dopo). La celeberrima sequenza finale resterà nelle antologie del cinema perchè è semplicemente perfetta, potente, evocativa. Un'intuizione poetica insomma, che da sola vale il film, ed è importante che la protagonista sogni l'esplosione che non accade: giacchè profetizza come osserva Moravia, la sconfitta del desiderio/eros alternativo frikkettone e il trionfo, nel silenzio finale, di un sistema-struttura magicamente ricomposto nei suoi frammenti nel monolitico Moloch/tanatos consumistico.

onan ha detto...

La parte finale del film è un capolavoro. Un'opera d'arte perfetta.

Ma Kezich (vecchio stalinista) era così ideologico da rimproverare Antonioni di non esserlo abbastanza. E' vero, leggendo Moravia capisco che questa è la vera ragione della stroncatura.

Anonimo ha detto...

Cosa saremmo senza Blow up?
Persone meno annoiate probabilmente.
Uno dei maestri più pallosi che la storia ricordi.
Dino Risi è d'accordo con me.