16 luglio 2007

Arctic Monkeys a Ferrara

Sebbene coreograficamente perfetta per il loro suono, la splendida Piazza Castello è ancora semivuota quando i Coral salgono sul palco.
Amati da Noel Gallagher e adorati dagli Arctics, i giovani di Liverpool non hanno neppure l'ausilio delle luci di scena: come loro solito suonano e basta. Ci mettono qualche canzone, il tempo di far riconoscere un paio di ritornelli (Dreaming Of You, In The Morning) e dimostrare a chi non li conosce di cosa siano capaci, ma alla fine il parterre sarà completamente conquistato dalle tipico Mersey sound. Fantastica Arabian Sand e pure gli inediti (In The Rain) dell'imminente nuovo "Roots & Echoes". Bravissimi.
E' la quarta volta che vedo gli Arctic Monkeys, e sono reduce dalla loro leggendaria (non acusticamente) esibizione di Glastonbury. Difficile non temere una qualche sorta di distacco, una possibile delusione.
Il pubblico è infiammato dall'attesa e fortunatamente risponde bene ad una partenza falsa. Chitarre e voce sono impastate in un volume troppo basso. A View From The Afternoon e Brianstorm vengono "bruciate". Non sembrano neanche loro. Still Take You Home è poco meglio, poi tutto si aggiusta ed inizia a girare. From The Ritz To The Rubble suona esattamente come deve e il crescendo da questo punto sarà costante. Al contrario di quanto avvertito a Glastonbury il concerto non ha cedimenti e i brani di "Favourite Worst Nightmare" nella loro maggior complessità funzionano bene quanto i classici del debutto. Balaclava, tutta d'un fiato a seguire Fake Tales Of San Francisco, fa paura. This House Is A Circus, Fluorescent Adolescent, Do Me A Favour lasciano esterefatti gli scettici. Matt Helders scatena senza sosta l'inferno sulle pelli. Alex Turner intona alla perfezione le sue rime contemporanee.
La risposta del pubblico è impressionante. Su l'indie-anthem generazionale I Bet You Look Good On The Dancefloor ce lo si aspetta, ma sentire in Italia cantare in coro a quel modo Murdy Bum o When The Sun Goes Down sorprende. E sorprende visibilmente anche le scimmiette dall'apparente composta artica freddezza.
Travolgenti. Straordinari. Altro che delusione.
Un concerto che è la dimostrazione di come nessuno come gli Arctic Monkeys abbia saputo, in questi anni, attrarre alle regole del Rock il pubblico giovane (pure molto femminile).
Il prossimo traguardo sarà ora quello di riuscire a comporre qualcosa di emotivamente coinvolgente. Di molto più importante della bella 505 (non eseguita). Qualcosa che possa rimanere indelebile, che suoni come una Live Forever, una Wonderwall, una Bittersweet Symphony della loro generazione.
Poi sarà veramente fatta.......

Qualche fotografia scattata da sopra le mie spallle.

11 commenti:

Anonimo ha detto...

Io ho visto tuo figlio che scattava le foto, lato sx davanti al palco. Ne ero quasi certo, adesso ne ho la conferma. Poi, alla fine, vi ho perso di vista. Primi pezzi: mah...noi eravamo indietro, sembravano meglio di quanto dici, ma forse eravamo troppo carichi per notare le imperfezioni (anche se un paio di errori si sono sentiti). Per i Coral, aspetterò il nuovo.... E comunque: travolgenti i mocciosi, gia'... Alla prossima ;)

Anonimo ha detto...

sul mio blog l'altro lato della medaglia del concerto degli arctic(traffic, torino). Non sono riusciti a convincermi del tutto neanche dal vivo...ma il mio e' ovviamente un parere soggettivo.

un saluto

Alessandro ha detto...

Questo era quello che intendevo!
Grazie

ste ha detto...

Settima intensa quella appena passata per quel di Ferrara. Prima Arcade Fire, che a parer mio sono stati fantastici, coinvolgenti e generosi (suonando praticamente due ore).
Poi sabato. The Coral, ancora meglio che su disco. Avevo letto le tue impressioni inglesi ed in effetti mi sono piaciuti un sacco, e anche chi non li conosceva è stato coinvolto. Bravi.
Arctic Monkeys. Due considerazioni: sono d'accordo che hanno dovuto carburare, a inizio concerto mi sembravano poco in palla, quasi assenti, freddini. Poi si sono sciolti e via alla grande.
Seconda considerazione: clima fantastico, ero circondato da inglesi che cantavano a squarciagola tutti i pezzi, letteralmente impazziti. Una famiglia con due figli, padre scatenato con due birre, una per mano, che mimava tutte le canzoni e figlia (8 anni?) con maglietta scritta a pennarello: Arctic Monkeys Rock. Fantastico.

onan ha detto...

c.: si quelli eravamo proprio noi. Almeno da dove ci trovavamo all'inizio si sentiva molto male. Come ho scritto fortunatamente tutto è andato apposto prima che l'entusiasmo iniziale potesse calare. Alla prossima :)

blago: a Ferrara vi era un'intimità ideale, non so se fosse lo stesso a Torino. Su http://nonsischerzapiu.blogspot.com/ ne ho letto un giudizio positivo.

alessandro: però non puoi essere così latitante :) alla prossima :)

ste: il clima era davvero fantastico, sono d'accordo. Perfetto. Quella famiglia che descrivi la dice lunga sul tipo di popolarità degli Arctic in Uk. Uno cosa che in ambito Rock non si vedevana da anni. D'altra parte sono gli Arctics quelli che sia Gordon Brown che David Cameron vogliono dimostarare essere tra i loro gruppi preferiti. :)

Anonimo ha detto...

ma che bello onan jr :D

io li ho visti a torino
bravi sì cavolo"
rispetto alle esibizioni del maggio scorso e di quello prima ancora a milano sicuramente posso dire che dal vivo stan migliorando.
però ci manca quel qualcosa in più di coinvolgente col pubblico.
ma data l'età glielo si può perdonare ancora

accento svedese ha detto...

Io Brianstorm l'ho trovata devastante. Ma forse solo perchè era la prima volta che la vedevo dal vivo. ;)
Un gruppo favolosa, non c'è che dire.

OT: mi sa tanto che ho spaventato Jacopo. Era molto intimorito quando mi ha visto... :D Mi ha fatto molto piacere incontrarvi, oltretutto in maniera molto singolare (e casuale).

20nd ha detto...

Ormai in fatto di Scimmie Arcrtiriche sei il massimo esperto :)

Ottima l'osservazione che hai fatto sull'urban hymn :)

Anonimo ha detto...

ma 'ndo te lo porti chel poro fiolo! :)

onan ha detto...

dante: grazie :) riporterò :)

Difficile abituarsi a quella sorta di distacco. All'assenza di ogni posa. Ma è così particolare e forte questo non gesto che è ormai una loro peculiarità.

federico: forse eri in una posizione dove l'acustica era migliore di quella che percepicavamo noi all'inizio.
Jacopo è molto timido. Non lo hai impaurito, anzi. Non ti preoccupare. Ci mancherebbe. Alla prossima :)

zonda: gli Arctics son proprio roba da vechietti ;)

yoshi: finirà che mi su butta nel Jazz, non potrà che essere così. :)

Anonimo ha detto...

Io sono a quota scimmiette 3: a torino li ho trovati soprendentemente carichi!