Talmente Death Proof aveva deluso le mie aspettative, che da Planet Terror, al massimo, mi sarei aspettato un fiacco conforto. A leggere le recensioni neppure quello.
Rodriguez invece centra tutto ciò che Tarantino ha mancato, pure i dialoghi.
Ne risulta un eccessivo capolavoro di genere.
Rose McGowan è di più.
29 febbraio 2008
28 febbraio 2008
"E basta!"
La settimana scorsa ai Brits han vinto di nuovo (e stavolta pure ritirato) Best Band e Best Album. Stasera agli NME Awards si sono accontentati di Best British Band, Best Track e Best Video.
27 febbraio 2008
50 Years of British Music
Q magazine di questo mese pubblica le classifiche dei 10 migliori dischi britannici di ogni decennio.
Quella sui '90s mi sembra molto condivisibile.
Quella sugli '00s la dice lunga paragonata alle altre.
Qui invece i 50 migliori dischi britannici secondo il sondaggio internet.
'60s
Quella sui '90s mi sembra molto condivisibile.
Quella sugli '00s la dice lunga paragonata alle altre.
Qui invece i 50 migliori dischi britannici secondo il sondaggio internet.
'60s
- Dusty Springfield - Everything’s Coming Up Dusty
- Beatles - Sgt Pepper’s Lonely Hearts Club Band
- Pink Floyd - Piper at the Gates of Dawn
- Kinks - Village Green Preservation Society
- Small Faces - Ogdens’ Nut Gone Flake
- Van Morrison - Astral Weeks
- Fairport Convention - Liege & Lief
- Rolling Stones - Let it Bleed
- Who - Tommy
- Led Zeppelin - II
- David Bowie - Hunky Dory
- Pink Floyd - Dark Side of the Moon
- Roxy Music - For Your Pleasure
- Queen - A Night at the Opera
- Sex Pistols - Never Mind the Bollocks, Here’s the...
- Jam - All Mod Cons
- Steel Pulse - Handsworth Revolution
- Specials - Specials
- Clash - London Calling
- Joy Division - Unknown Pleasures
- Dexys Midnight Runners - Searching for the Young Soul Rebels
- Human League - Dare!
- Def Leppard - Pyromania
- Police - Synchronicity
- Kate Bush - Hounds of Love
- Smiths - Queen is Dead
- Pet Shop Boys - Actually
- Pogues - If I Should Fall from Grace with God
- Cure - Disintegration
- Stone Roses - Stone Roses
- Depeche Mode - Violator
- Massive Attack - Blue Lines
- Primal Scream - Screamadelica
- Blur - Parklife
- Oasis - Definitely Maybe
- Prodigy - Music for the Jilted Generation
- Portishead - Dummy
- Pulp - Different Class
- Radiohead - OK Computer
- Verve - Urban Hymns
- PJ Harvey - Stories from the City, Stories from the Sea
- Coldplay - A Rush of Blood to the Head
- Libertines - Up the Bracket
- Dizzee Rascal - Boy in da Corner
- Streets - A Grand Don’t Come for Free
- Gorillaz - Demon Days
- Arctic Monkeys - Whatever People Say I Am, That’s What I’m Not
- Muse - Black Holes & Revelations
- Amy Winehouse - Back to Black
- Radiohead - In Rainbows
26 febbraio 2008
25 febbraio 2008
Michael Clayton
Come questo film potesse ambire a tutti quegli Oscar importanti rimane un mistero. Non sarà il solito fascino per la "denuncia" delle multinazionali cattive? No dai, anche per quelle inventate?
Meno male che l'unica statuetta è andata alla brava inquietante Tilda Swinton non protagonista.
George Clooney si dedichi alla pubblicità del Nespresso, che è meglio.
Meno male che l'unica statuetta è andata alla brava inquietante Tilda Swinton non protagonista.
George Clooney si dedichi alla pubblicità del Nespresso, che è meglio.
24 febbraio 2008
Offlaga Disco Pax - Interzona, Verona
Max Collini è più convinto, ha assunto una presenza più teatrale, somaticamente appare un incrocio tra Gary Numan e Carmelo Bene.
Gli Offlaga sono diventati più bravi, sono composti, sono soprattutto diventati più neri.
"Bachelite" per intero è troppo ma questo spettacolo è la sua rappresentazione, al punto che anche i brani estratti da "Socialismo Tascabile" suonano nero.
Tatranky è un po' pasticciata e Robespierre in questa versione ci rimette.
Pazienza, Onomastica è perfetta.
Se non li avete ancora visti, fatelo.
Gli Offlaga sono diventati più bravi, sono composti, sono soprattutto diventati più neri.
"Bachelite" per intero è troppo ma questo spettacolo è la sua rappresentazione, al punto che anche i brani estratti da "Socialismo Tascabile" suonano nero.
Tatranky è un po' pasticciata e Robespierre in questa versione ci rimette.
Pazienza, Onomastica è perfetta.
Se non li avete ancora visti, fatelo.
23 febbraio 2008
E diamogliela!
Gasparri desidera fortemente la Binetti.
Dai, un' altra bottarella, che va.
Dai, un' altra bottarella, che va.
22 febbraio 2008
Offlaga Disco Pax - Bachelite
L'effetto sorpresa dello straordinario "Socialismo Tascabile" non c'è più.
Manca una Robespierre e per metà "Bachelite" è solo un audiolibro con storie non abbastanza interessanti da farsi riascoltare come fossero canzoni.
L'evoluzione musicale di cui si legge in giro è molto limitata, quasi impercettibile, ma Venti Minuti e la stupefacente intensità di Cioccolato IACP sono in grado da sole di far ritornare i brividi dell'esordio.
Il tunnel di basso Joy Division della splendida Onomastica indica invece chiaramente che una strada musicale da abbracciare è stata trovata.
Non finirà qui...
8/10
Manca una Robespierre e per metà "Bachelite" è solo un audiolibro con storie non abbastanza interessanti da farsi riascoltare come fossero canzoni.
L'evoluzione musicale di cui si legge in giro è molto limitata, quasi impercettibile, ma Venti Minuti e la stupefacente intensità di Cioccolato IACP sono in grado da sole di far ritornare i brividi dell'esordio.
Il tunnel di basso Joy Division della splendida Onomastica indica invece chiaramente che una strada musicale da abbracciare è stata trovata.
Non finirà qui...
8/10
21 febbraio 2008
The 50 Greatest UK Indie Records Of All Time
Secondo Mojo indie oggi è ormai solo definizione generica di tutta la musica che, in qualche modo, discende dal fermento post-punk.
E' rimasto un suono, se ne è inesorabilmente andata l'attitudine. Quella che prese origine dall'EP Spiral Cratch dei Buzzcocks (primo caso di autoproduzione - 1976) e "terminò" con l'arrivo del Britpop, movimento sì indipendente ma colpevole di aver resuscitato la più imperdonabile delle colpe per il genere: l'ambizione.
E' rimasto un suono, se ne è inesorabilmente andata l'attitudine. Quella che prese origine dall'EP Spiral Cratch dei Buzzcocks (primo caso di autoproduzione - 1976) e "terminò" con l'arrivo del Britpop, movimento sì indipendente ma colpevole di aver resuscitato la più imperdonabile delle colpe per il genere: l'ambizione.
- The Smiths - This Charming Man
- The Jesus & Mary Chain - Psychocandy LP
- Orange Juice - You Can't Hide Your Love Forever LP
- The Fall - How I Wrote 'Elastic Man'
- My Bloody Valentine - You Made Me Realise EP
- Joy Division - Transmission
- Arctic Monkeys - I Bet You Look Good On The Dancefloor
- The La's - There She Goes
- The Stone Roses - The Stone Roses LP
- Primal Scream - Crystal Crescent/Velocity Girl
20 febbraio 2008
La Binetti e il virus
“Il Partito democratico non ha bisogno dei radicali, la loro presenza strutturale dentro il Pd sarebbe destabilizzante, semplicemente per il loro stile e per le loro storie: la distanza è enorme, dicono di avere il 2%? Corrano da soli allora, dimostrino così qual è il loro peso”.
Inoltre per Binetti “i radicali non si scioglieranno mai, ne basta uno: da lui come una cellula staminale embrionale si rigenera tutto il partito”.
il video del virus
Inoltre per Binetti “i radicali non si scioglieranno mai, ne basta uno: da lui come una cellula staminale embrionale si rigenera tutto il partito”.
il video del virus
Eliosincrasia
Sono davvero l'unico che trova inascoltabili, nel senso che non ci riesco proprio, gli Elio e Le Storie Tese?
Baustelle XL
Su XL online c'è una lunga intervista ai Baustelle e la recensione di "Amen".
Qui e qui un altro paio videointerviste.
18 febbraio 2008
Abitare
Cartolina da un occhiobuio in panchina, alla Moretti:
Stavo seduto su una panchina nel piazzale quasi alberato che sta più o meno di fronte alla stazione di Bari. E mentre stavo lì, che sfogliavo “Abitare”, che avevo preso in aeroporto a Milano la mattina, prima di partire, sono stato catturato da un bambino dai modi e dai vestiti un po’ guitti che saltava e cantava di gioia che il giorno dopo sarebbe andato a scuola con le scarpe da ginnastica nuove. Il papà e la mamma che lo seguivano spingendo una carrozzina con dentro un bambino più piccolo che non se ne voleva stare fermo si guardavano e si sorridevano mi pareva quasi commossi e comunque felici. Felici della felicità del figlio per le scarpe nuove. Erano vestiti di tute da ginnastica nere decorate di scritte sulle maniche. E lui aveva un cappellino con la D&G stampata sulla lana. Lei aveva i capelli neri e delle striature rossastre.
Ti farà sorridere, lo so, ma tornando con lo sguardo su “Abitare”, ho provato un po’ di vergogna.
Stavo seduto su una panchina nel piazzale quasi alberato che sta più o meno di fronte alla stazione di Bari. E mentre stavo lì, che sfogliavo “Abitare”, che avevo preso in aeroporto a Milano la mattina, prima di partire, sono stato catturato da un bambino dai modi e dai vestiti un po’ guitti che saltava e cantava di gioia che il giorno dopo sarebbe andato a scuola con le scarpe da ginnastica nuove. Il papà e la mamma che lo seguivano spingendo una carrozzina con dentro un bambino più piccolo che non se ne voleva stare fermo si guardavano e si sorridevano mi pareva quasi commossi e comunque felici. Felici della felicità del figlio per le scarpe nuove. Erano vestiti di tute da ginnastica nere decorate di scritte sulle maniche. E lui aveva un cappellino con la D&G stampata sulla lana. Lei aveva i capelli neri e delle striature rossastre.
Ti farà sorridere, lo so, ma tornando con lo sguardo su “Abitare”, ho provato un po’ di vergogna.
Io Non Sono Qui
Sofisticatissimi esercizi di stile decodificabil solo da aspiranti agiografi di Bob Dylan.
Bellissima "colonna sonora", ma la trovate anche nello splendido "No Direction Home" di Scorsese.
Al confronto, le sue istruttive quattro ore vi appariranno una passeggiata alla portata di tutti.
Bellissima "colonna sonora", ma la trovate anche nello splendido "No Direction Home" di Scorsese.
Al confronto, le sue istruttive quattro ore vi appariranno una passeggiata alla portata di tutti.
15 febbraio 2008
Baustelle - Amen
Fossero esistiti oggi, i CCCP sarebbero stati contemporaneamente in copertina a Blow Up e all'interno di Vanity Fair. I loro dischi li avremmo sentiti alla radio e comperati nei supermercati. Ne sono certo.
Da giorni ascolto "Amen" a volume altissimo (lo raccomandano le note di copertina) e ho capito: i Baustelle sono i CCCP del 2008.
Non per titoli come Il Liberismo Ha I Giorni Contati, per l'MDMA al posto delle Plegine o perchè 'e vado in chiesa e faccio sport'. Ma per un sentire che sta tra Pasolini e Tondelli (Antropophagus). Perchè De Andrè nessuno ha mai pensato lo si potesse anche solo ballare (Baudelaire). Per la delicatezza con cui dal buco di Vermicino (Alfredo) si passa ai buchi di una Dark Room alla Patty Pravo.
Per i ritmi, le citazioni, gli "slogan" e le collaborazioni (Alessandro Alessandroni mica Ben Harper).
No, forse semplicemente perchè erano più di vent'anni che un disco Italiano (non di quelli che giocano a fare gli stranieri e tanto poi non ci riescono mai) non mi faceva questo effetto.
E non ho alcuna voglia di ascoltare altro.
10/10
No, forse semplicemente perchè erano più di vent'anni che un disco Italiano (non di quelli che giocano a fare gli stranieri e tanto poi non ci riescono mai) non mi faceva questo effetto.
E non ho alcuna voglia di ascoltare altro.
10/10
13 febbraio 2008
Caos
Capisco l'orrore e lo sdegno per "due attori che fanno l'amore in piedi, vestiti, senza guardarsi in faccia".
Ma quale sarà mai il problema per la CEI se tutto questo accade nel film di un comunista?
Ma quale sarà mai il problema per la CEI se tutto questo accade nel film di un comunista?
12 febbraio 2008
Liberi, liberi siamo noi
A proposito del post precedente...
Ricevo da occhiobuio:
Questa vicenda del Partito Democratico che corre solo (“libero”, come dice in modo fin troppo enfatico Veltroni) e che però forse avrà al fianco i Valori di Di Pietro e non avrà invece né quelli dei Radicali, né quelli dei Socialisti rischia di trasformare quelle che un mio amico definisce graziosamente “le già tremebonde intenzioni di voto” a favore del Partito Democratico in una decisione (magari di pochi, questo non lo posso dire) di starsene invece fuori, di starsene magari a casa, oppure altrove, in chissà quale piccolo, magari inutile, ma ospitale cantuccio.
Una sorta di preghiera ponderata e misurata a Veltroni è stata scritta a questo proposito qualche giorno fa da Adriano Sofri su Repubblica usando le parole che su questa cosa si devono e si possono usare. Parole attraversate da affetto, oltre che da storia e da ragione. E chissà che quelle parole non trovino una qualche forma di ascolto.
Detto questo, se Veltroni decide di correre libero e solo, lo rispetto. E forse sarò anche disposto a dargli un voto. Ma se ci sarà una qualche forma di apparentamento con chicchessia accompagnato a un diniego nei confronti dei radicali (al di là della sciocchezza di bassa politichetta che dice Emma sì, gli altri no), io, per quanto nulla o poco conti, non ci sarò.
E non per una questione di puntigliosità orgogliosa (che pure avrebbe senso), ma per una questione (chiedo anticipatamente scusa per l’espressione) di principio.
Quando nacque il Partito Democratico mi capitò di esprimere il mio disagio nel vedere nascere una creatura tanto attesa dall’unificazione di due culture (quella comunista e quella democristiana) che erano state il principale ostacolo allo svilupparsi in Italia di una cultura laica, liberale e riformista come quella che un Partito Democratico dovrebbe incarnare. Una cultura che in Italia se ha una sua storia, a sinistra, ce l’ha soprattutto dentro la tormentata vicenda del socialismo e dentro la per molti versi incredibile avventura del Partito Radicale.
Bene, se il Partito Democratico vuole lasciare ancora una volta ai margini questa storia, patteggiando magari contemporaneamente con altri per convenienze numeriche e afflati populistici, io non sarò della partita.
Me ne starò solo. E libero.
Ricevo da occhiobuio:
Questa vicenda del Partito Democratico che corre solo (“libero”, come dice in modo fin troppo enfatico Veltroni) e che però forse avrà al fianco i Valori di Di Pietro e non avrà invece né quelli dei Radicali, né quelli dei Socialisti rischia di trasformare quelle che un mio amico definisce graziosamente “le già tremebonde intenzioni di voto” a favore del Partito Democratico in una decisione (magari di pochi, questo non lo posso dire) di starsene invece fuori, di starsene magari a casa, oppure altrove, in chissà quale piccolo, magari inutile, ma ospitale cantuccio.
Una sorta di preghiera ponderata e misurata a Veltroni è stata scritta a questo proposito qualche giorno fa da Adriano Sofri su Repubblica usando le parole che su questa cosa si devono e si possono usare. Parole attraversate da affetto, oltre che da storia e da ragione. E chissà che quelle parole non trovino una qualche forma di ascolto.
Detto questo, se Veltroni decide di correre libero e solo, lo rispetto. E forse sarò anche disposto a dargli un voto. Ma se ci sarà una qualche forma di apparentamento con chicchessia accompagnato a un diniego nei confronti dei radicali (al di là della sciocchezza di bassa politichetta che dice Emma sì, gli altri no), io, per quanto nulla o poco conti, non ci sarò.
E non per una questione di puntigliosità orgogliosa (che pure avrebbe senso), ma per una questione (chiedo anticipatamente scusa per l’espressione) di principio.
Quando nacque il Partito Democratico mi capitò di esprimere il mio disagio nel vedere nascere una creatura tanto attesa dall’unificazione di due culture (quella comunista e quella democristiana) che erano state il principale ostacolo allo svilupparsi in Italia di una cultura laica, liberale e riformista come quella che un Partito Democratico dovrebbe incarnare. Una cultura che in Italia se ha una sua storia, a sinistra, ce l’ha soprattutto dentro la tormentata vicenda del socialismo e dentro la per molti versi incredibile avventura del Partito Radicale.
Bene, se il Partito Democratico vuole lasciare ancora una volta ai margini questa storia, patteggiando magari contemporaneamente con altri per convenienze numeriche e afflati populistici, io non sarò della partita.
Me ne starò solo. E libero.
11 febbraio 2008
PDC
Rispettando molto l'idea di Veltroni di andare alle elezioni con il partito unico mi risulta indigeribile vedere concessa a Di Pietro un'alleanza invece impossibile ai Radicali.
Spero la cosa sia solo tutta in divenire e il ragazzo rifletta.
Temo però, mancando al PD la C di Cristiano, abbiano pensato che l'aggiunta della definizione Valori, presente nel partito dell'ex pubblico ministero, potrà aiutare nel fare chiarezza.
Spero la cosa sia solo tutta in divenire e il ragazzo rifletta.
Temo però, mancando al PD la C di Cristiano, abbiano pensato che l'aggiunta della definizione Valori, presente nel partito dell'ex pubblico ministero, potrà aiutare nel fare chiarezza.
8 febbraio 2008
American Gangster
A differenza delle Rockstar, i registi invecchiano ma rimangono capaci di reinventarsi.
Lasciate perdere le sue annate tutt'altro che ottime, Ridley Scott è un grandissimo.
Si è fatto prestare Denzel Washington dal fratello Tony e lo ha messo assieme al suo grosso Russel Crowe. 1968: il nero importa quantità spaventose di eroina purissima dal Vietnam e le riversa nella strade di New York ("Magic Blue è così pura che quei ragazzini pallidi fifoni dell'ago se la possono anche fumare"), il bianco gli dà la caccia come fosse Serpico.
Attori, sceneggiatura e ambientazione senza difetti. Al montaggio l'immenso Scalia.
Risultato: un (sottovalutato) nuovo classico sulla mafia.
9/10
Lasciate perdere le sue annate tutt'altro che ottime, Ridley Scott è un grandissimo.
Si è fatto prestare Denzel Washington dal fratello Tony e lo ha messo assieme al suo grosso Russel Crowe. 1968: il nero importa quantità spaventose di eroina purissima dal Vietnam e le riversa nella strade di New York ("Magic Blue è così pura che quei ragazzini pallidi fifoni dell'ago se la possono anche fumare"), il bianco gli dà la caccia come fosse Serpico.
Attori, sceneggiatura e ambientazione senza difetti. Al montaggio l'immenso Scalia.
Risultato: un (sottovalutato) nuovo classico sulla mafia.
9/10
7 febbraio 2008
Osè
"Osè non lo dice più neanche mia mamma".
Nanni Moretti al Tg1 in risposta a David Sassoli sulle scene "osè" di Caos Calmo.
Nanni Moretti al Tg1 in risposta a David Sassoli sulle scene "osè" di Caos Calmo.
6 febbraio 2008
Hot Chip - Made In The Dark
Troppe ideuzze elettroniche messe assieme. Lo stile dell'ottimo "The Warning" è smarrito.
Tra Pet Shop Boys, XTC, qualche bel lentone alla Moby e un tocco di se stessi, gli Hot Chip stavolta vogliono diventare "importanti" quanto gli amici LCD Soundsystem.
Come per "Sound Of Silver", il valore di "Made In The Dark" mi risulta incomprensibile fuori dal dancefloor. O dal bancone dell'aperitivo, se volete.
6/10
Tra Pet Shop Boys, XTC, qualche bel lentone alla Moby e un tocco di se stessi, gli Hot Chip stavolta vogliono diventare "importanti" quanto gli amici LCD Soundsystem.
Come per "Sound Of Silver", il valore di "Made In The Dark" mi risulta incomprensibile fuori dal dancefloor. O dal bancone dell'aperitivo, se volete.
6/10
In tour con i Babyshambles
Colas è stato 3 giorni con i Babyshambles. 15 curiosità e altri 2 video su stereogram.
5 febbraio 2008
Metallica a Bologna
La prima volta fu nel tour di "Master of Puppets". Poi, tra dentro e fuori lo snakepit, li ho rivisti un'altra decina di volte.
Il 22 luglio torneranno a Bologna e speriamo nel frattempo esca sto disco prodotto da Rick Rubin. Mah?
In ogni caso, che ci volete fare? Mica potrò permettermi di starmene a casa.
le foto con gli altri horsemen - Bologna 11/12/2003
Il 22 luglio torneranno a Bologna e speriamo nel frattempo esca sto disco prodotto da Rick Rubin. Mah?
In ogni caso, che ci volete fare? Mica potrò permettermi di starmene a casa.
le foto con gli altri horsemen - Bologna 11/12/2003
4 febbraio 2008
Babyshambles - Estragon, Bologna 02/02/08
Francesca non ha ancora 5 anni, non sa nulla di Pete Doherty, di Kate Moss e di tutto ciò che tiene gli eruditi lontani dai Babyshambles.
Quando sente Unbilo Titled però dice che quella canzone le fa tanta tristezza. La balla ciondolando e talvolta chiede se possiamo mandargliela avanti, la fa quasi piangere.
Francesca ha colto l'essenza dei Babyshambles: la malinconia.
La ragione per cui stasera l'Estragon è strapieno di "ragazzini" che cantano a memoria, incuranti del mondo che là fuori li sta deridendo.
Pete non è in una fase pericolosa. E' molto diverso da quello di qualche anno fa al Kentish Town Forum o da quello svogliato visto a Glastonbury quest'estate.
Appare quasi professionale, non gigioneggia eccessi e lascia sia la sua catalizzante personalità (la stessa che lo rende spesso fastidioso o imbarazzante) ad attrarre a sè.
I suoi gesti, i suoi sguardi, la sua voce rapiscono un pubblico con cui è instaurato un rapporto forte, particolare (l'esatto contrario di quello tra Amy Winehouse e i propri "fans").
Sul palco, accompagnata da un baraccone di ottimi gregari, una Star Perdente e sincera. Sotto, la consapevolezza che questa musica senza vere Star sarà presto definitivamente sepolta.
Nessun brano dei Libertines in scaletta, tre da "The Blinding EP" e un finale intensissimo (Pipedown, Killimangiro, Albion) concluso dallo straziante assalto di Fuck Forever .
Più punk del punk.
qualche scatto e video d'inizio (by natasa)
Giustamente apprezzato il supporto dei romani Cat Claws.
Quando sente Unbilo Titled però dice che quella canzone le fa tanta tristezza. La balla ciondolando e talvolta chiede se possiamo mandargliela avanti, la fa quasi piangere.
Francesca ha colto l'essenza dei Babyshambles: la malinconia.
La ragione per cui stasera l'Estragon è strapieno di "ragazzini" che cantano a memoria, incuranti del mondo che là fuori li sta deridendo.
Pete non è in una fase pericolosa. E' molto diverso da quello di qualche anno fa al Kentish Town Forum o da quello svogliato visto a Glastonbury quest'estate.
Appare quasi professionale, non gigioneggia eccessi e lascia sia la sua catalizzante personalità (la stessa che lo rende spesso fastidioso o imbarazzante) ad attrarre a sè.
I suoi gesti, i suoi sguardi, la sua voce rapiscono un pubblico con cui è instaurato un rapporto forte, particolare (l'esatto contrario di quello tra Amy Winehouse e i propri "fans").
Sul palco, accompagnata da un baraccone di ottimi gregari, una Star Perdente e sincera. Sotto, la consapevolezza che questa musica senza vere Star sarà presto definitivamente sepolta.
Nessun brano dei Libertines in scaletta, tre da "The Blinding EP" e un finale intensissimo (Pipedown, Killimangiro, Albion) concluso dallo straziante assalto di Fuck Forever .
Più punk del punk.
qualche scatto e video d'inizio (by natasa)
Giustamente apprezzato il supporto dei romani Cat Claws.
2 febbraio 2008
Radiohead - Later with Jools Holland
I Radiohead, ieri sera, per la puntata numero 200 di Later with Jools...
qui Bodysnatchers, Weird Fishes/Arpeggi e 15 Step.
qui Bodysnatchers, Weird Fishes/Arpeggi e 15 Step.
Rock Band per Wii
Una notizia che allontana sempre più la probabilità di una PS3.
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