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Francesca non ha ancora 5 anni, non sa nulla di Pete Doherty, di Kate Moss e di tutto ciò che tiene gli eruditi lontani dai Babyshambles.
Quando sente
Unbilo Titled però dice che quella canzone le fa tanta tristezza. La balla ciondolando e talvolta chiede se possiamo mandargliela avanti, la fa quasi piangere.
Francesca ha colto l'essenza dei Babyshambles: la malinconia.
La ragione per cui stasera l'Estragon è strapieno di "ragazzini" che cantano a memoria, incuranti del mondo che là fuori li sta deridendo.
Pete non è in una fase pericolosa. E' molto diverso da quello di qualche anno fa al Kentish Town Forum o da quello svogliato visto a Glastonbury quest'estate.
Appare quasi professionale, non gigioneggia eccessi e lascia sia la sua catalizzante personalità (la stessa che lo rende spesso fastidioso o imbarazzante) ad attrarre a sè.
I suoi gesti, i suoi sguardi, la sua voce rapiscono un pubblico con cui è instaurato un rapporto forte, particolare (l'esatto contrario di quello tra Amy Winehouse e i propri "fans").
Sul palco, accompagnata da un baraccone di ottimi gregari, una Star Perdente e sincera. Sotto, la consapevolezza che questa musica senza vere Star sarà presto definitivamente sepolta.
Nessun brano dei Libertines in scaletta, tre da "The Blinding EP" e un finale intensissimo (
Pipedown,
Killimangiro, Albion) concluso dallo straziante assalto di
Fuck Forever .
Più punk del punk.
qualche scatto e video d'inizio (by natasa)
Giustamente apprezzato il supporto dei romani Cat Claws.