Capisco l'orrore e lo sdegno per "due attori che fanno l'amore in piedi, vestiti, senza guardarsi in faccia". Ma quale sarà mai il problema per la CEI se tutto questo accade nel film di un comunista?
Mi permetto di parlare del film solo per il fatto di aver letto “Caos Calmo” ed altri libri di Veronesi (su cui so che molti hanno comunque delle riserve …). La regola base imporrebbe di non parlare mai di un film senza averlo visto. Di fatto vado al cinema 2 volte l’anno (grave) e dovendo scegliere cosa vedere, anche solo per curiosità, Caos Calmo sarebbe davvero una delle opzioni più remote. Per questo non voglio dare alcun giudizio sul film, ma solo sulle modalità pubblicitarie con cui si è scelto di lanciarlo. Dopo aver ricevuto una bella mano dallo Stato (il contributo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali perchè Moretti potesse finalmente fare un po’ di sesso e perché la BMW potesse farsi un po’ di pubblicità: caspita mi sembra di parlare come Vittorio Feltri), dopo il giudizio “eccellente” di Veltroni, ecco arrivare la mano santa della Chiesa. Con una grande sceneggiata, fingendo un’indignazione (a cui, personalmente, non credo minimamente ) ecco Don Nicolò Anselmi (responsabile della Cei per la pastorale giovanile) puntare il dito sul sesso nel cinema italiano, proponendo agli attori l’ennesima forma di obiezione. Una marketta belle-e-buona, a me pare evidente, che Moretti finge di non gradire (lo dico a rischio di sembrare un "dietrologista") per il fatto che il film abbia già un buon successo al botteghino (guarda caso dovuto in buon parte alla curiosità per quei 4 minuti di sesso). In fondo quella scena, proposta attraverso un’operazione di marketing virale che fa leva sulla comune morbosità di noi tutti (goodnight per primo) è la vera USP “unique selling proposition” della strategia di comunicazione del film. Non lo è certo l’immagine del poster che potrebbe far pensare a una versione italiana di Forrest Gump e non porterebbe in sala nemmeno il più accanito fan di Moretti. Penso che chi abbia letto il libro, com’è capitato a me, abbia comunque poca curiosità di vederne la trasposizione cinematografica. Il libro può avere anche dei suoi motivi di interesse, a parte il fatto di essere un po’ troppo costruito per il successo (ma chi non vuole averne) e paraculo (ma chi non lo è) … ma dal mio punto di vista si presta davvero poco a fare quel tipo di cinema che 2 volte l’anno mi porta nel buio della sala … forse potevano farci una fiction, l’avrei vista in TV, ma non avrebbero potuto metterci quei 4 minuti a luci rosse. E quindi … Riporto infine, ma non faccio mio, uno dei commenti più divertenti sul film: “Caos Calmo? Una inculata pazzesca”. Probabilmente, per il fatto che nei film di Moretti che ci sono piaciuti, Nanni non ci abbia mai perdonato niente, adesso non riusciamo a perdonare niente a Nanni.
Anche io oggi ne ho parlato nel mio blog. I più maligni (tra cui io e buona parte dei miei amici più cari) hanno sottolineato come, guarda caso, la CEI parli male del film di Moretti (notoriamente laico e di sinistra) e non dica una parola sull’altro film più visto della settimana, quello di Moccia dove Roul Bova si sbatte una minorenne. Però non si vede. Ed è proprio il loro stile: minorenni + silenzio.
purtroppo tutto inghiottito dalla missione della moratoria, non c'è Il foglio online. Altrimenti mi sarebbe piaciuto linkarvi la letterina sull'argomento di cui va qui discutendo del grande gianni boncompagni. Se qualcuno riesce a recuperarla....
Nessuna avversione per il Moretti comunista che catturò il mio interesse fin da “Io sono un autarchico”. Seduto in sala ho sempre pensato che gli strali lanciati da Nanni fossero puntati dritti dritti su di me. Nei film di Moretti non mi sono mai sentito la vittima, semmai il colpevole. Di questo, a Moretti, sono pure grato. Pensate poi che Valeria Golino è la mia attrice italiana preferita (e per questo qualcuno mi prende pure per il culo) e Isabella Ferrari una donna che trovo particolarmente attraente (la “sharon stone de noantri” geniale definizione, purtroppo non mia). Sono perfino un lettore di Veronesi (e per questo qualcuno mi rimprovera) dovrei quindi avere verso questo film tutta la simpatia possibile. A ‘sto punto cercherò di andarlo a vedere, darò il mio parere se a qualcuno potrà interessare. Ma la questione di cui parlo da giorni (sarete ormai stufi) è un’altra, una vecchia questione in qualche modo collegata al primo post di coscienzasporca. ovvero il rapporto di certi intellettuali-artisti col vile denaro, necessario anche per fare il cinema.
Il film ha ricevuto un finanziamento statale (non una cifra colossale, ma comunque i suoi bei 1.500.000 €) che ha contribuito al fatto che “Caos Calmo” potesse essere prodotto. Penso che il finanziamento venga da qualche commissione, espressione dei politici in carica, dove i contrasti tra visioni un po’ più libere e visioni un po’ più bacchettone sono all’ordine del giorno. Forse qualcuno della parte bacchettona si sarà chiesto “possibile che spendiamo i soldi dei timorati cittadini cattolici italiani per dare lezioni di sesso distorto e deviato?”. Questa ipotesi potrebbe proporsi ripetutamente anche in futuro: prevarrà democraticamente la scelta dei più e gli altri (per dovere di squadra più che per convinzione) se la metteranno via. Ma non del tutto. Perchè al di fuori dei ruoli istituzionali avranno comunque degli spalleggiatori esterni che daranno voce al loro malcontento e un po’ di casino lo faranno. Diversamente quando uno per fare il cinema ci mette i suoi soldi (come il produttore del film di Moccia) almeno non deve poi rendere conto a chi lo ha finanziato per conto dello Stato. Questa è un’ipotesi ma, sinceramente, non è la mia opinione dal momento che continuo a pensare che la sparata di don Anselmi sia stata una vera e propria marketta.
Mettere questa scena di sesso al centro del battage pubblicitario del film non è una decisione che ho preso io (ma presa con tutta probabilità dalla produzione) a cui gli attori, con le loro interviste, non si sono certo sottratti. Per il lancio del film si parlavano delle birre e della vodka con cui i nostri Marlon e Maria si sarebbero aiutati per lasciarsi un po’ andare. Devo dire che invidio molto Moretti (anche se immagino la vicenda più imbarazzante che eccitante) ma sinceramente dovendo saltare addosso alla Ferrari le avrei almeno risparmiato le zaffate di birra. Le avrei proposto di scegliere insieme cosa bere, cercando una combinazione meno nauseabonda di birra e vodka.
Moretti che è artista ma anche uomo di cinema, inteso come business, non è certo uno sprovveduto. All’uscita di un non-così-autorevole don Anselmi avrebbe potuto rispondere in mille altri modi, più divertenti, ironici, spiazzanti, invece ha scelto di alzare la posta sapendo che gli avrebbe portato ancora più attenzione e arrivando alla sparata del Concilio di Trento. Davvero Moretti vede l’arte e la libertà di espressione del cinema minacciata da Don Anselmi? Io trovo più pericoloso il finanziamento pubblico al cinema, ma ognuno ha le sue opinioni.
Alla fine, per me, trattasi di questione di successo e soldi che però ci si ostina a considerare un tabù, perchè certi film vanno trattati come arte e i grandi festival sono lì a dimostrarlo. Veronesi è arte e Moccia è tutt’al più Harmony. Anche se al primo va l’aiutino promozional-polito del premio Strega, mentre il secondo si vende da solo, dalla stampa al cinema, sostenuto da evidenti e trasparenti operazioni di marketing e pubblicità, pagate comunque dal suo editore (Rizzoli in questo caso) e dal suo produttore (Medusa e CecchiGori Group). Non entro sui meriti di cosa scrivono Moccia e Veronesi, che sono perfino riuscito a leggere piacevolmente (di Moccia solo il primo libro, però). Non entro nel merito di cosa si veda o non si veda nei film, perchè non mi sentirei di censurare né l’uno né l’altro. E poi mettendoci su questo piano rischieremmo di dover censurare Nabokov e Kubrick per cercare riferimenti alti e “La prima notte di quiete” di Zurlini con il mitico Delon per cercare riferimenti ai miei personali ricordi cinematografici. Comunque capisco che anche la vicenda trattata dal romanzo/film di Moccia (che è un film per tutti) possa essere delicata …
La questione centrale è quella di un tranquillo rapporto con il vile denaro. Qui siamo ancora al fatto che i produttori o forse il regista di Caos Calmo (non ricordo dove, ma son sicuro di averlo letto su qualche autorevole portale) siano arrivati perfino a confutare (rinnegare) il fatto che la presenza massiccia del marchio BMW sia una trovata pubblicitaria, giustificandola quasi come una pura necessità di produzione (e certamente è anche questo) quando il product placement è una cosa accettata da qualsiasi spettatore che non sia un integralista del cinema. Ma qual è, anche qui, il vero problema? Il problema è che alla fine, volenti o nolenti, i soldi dello stato (1.500.000 €) hanno finito per pagare una bella campagna BWM. Sì perchè alla fine, leggendo vari commenti, nel film sembra esserci più BMW che arte. Perfino chi ha fatto il film sembra esserne accorto e vive quindi la cosa con un certo imbarazzo. Mettere insieme risorse pubbliche e risorse private va bene quando devo finanziare il restauro di un’opera d’arte o di qualcosa socialmente utile. Utile almeno per il cinema italiano: ma leggendo cosa ne scrivono i giornali tedeschi (mai teneri con noi italiani), recensendone la proiezione al festival di Berlino, non sembrerebbe proprio così.
goodnight: grazie a te. Posso solo dire che la mia voglia di vederlo sta crescendo ora dopo ora. Cosa curiosa, io che non leggo libri ho stranamente da un po' Caos Calmo sul comodino.
E Nanni in versione Party Animal mi piace tantissimo: http://cominciolunedi.blogspot.com/2008/02/faccio-cose-vedo-gente.html
in attesa di vedere il film, da stasera comincio a rileggere il libro : segnalo inoltre che stasera dovrebbe esserci Isabella Ferrari da Daria Bignardi (che in un suo post parla positivamente del film)
Non c'è alcun dubbio, Staffelli sempre più insopportabile, porta a solidalizzare con gli attapirati. Lo dice perfino Michele Anselmi de Il Giornale: "....Nanni Moretti s'è trovato a fronteggiare l'inarrestabile Valerio Staffelli di Striscia la notizia. Non avrà gioito, ma almeno è stato al gioco, senza sgarberie alla Del Noce, confermando il nuovo corso, più sorridente e gioviale".
13 commenti:
Mi permetto di parlare del film solo per il fatto di aver letto “Caos Calmo” ed altri libri di Veronesi (su cui so che molti hanno comunque delle riserve …). La regola base imporrebbe di non parlare mai di un film senza averlo visto. Di fatto vado al cinema 2 volte l’anno (grave) e dovendo scegliere cosa vedere, anche solo per curiosità, Caos Calmo sarebbe davvero una delle opzioni più remote. Per questo non voglio dare alcun giudizio sul film, ma solo sulle modalità pubblicitarie con cui si è scelto di lanciarlo.
Dopo aver ricevuto una bella mano dallo Stato (il contributo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali perchè Moretti potesse finalmente fare un po’ di sesso e perché la BMW potesse farsi un po’ di pubblicità: caspita mi sembra di parlare come Vittorio Feltri), dopo il giudizio “eccellente” di Veltroni, ecco arrivare la mano santa della Chiesa.
Con una grande sceneggiata, fingendo un’indignazione (a cui, personalmente, non credo minimamente ) ecco Don Nicolò Anselmi (responsabile della Cei per la pastorale giovanile) puntare il dito sul sesso nel cinema italiano, proponendo agli attori l’ennesima forma di obiezione.
Una marketta belle-e-buona, a me pare evidente, che Moretti finge di non gradire (lo dico a rischio di sembrare un "dietrologista") per il fatto che il film abbia già un buon successo al botteghino (guarda caso dovuto in buon parte alla curiosità per quei 4 minuti di sesso). In fondo quella scena, proposta attraverso un’operazione di marketing virale che fa leva sulla comune morbosità di noi tutti (goodnight per primo) è la vera USP “unique selling proposition” della strategia di comunicazione del film.
Non lo è certo l’immagine del poster che potrebbe far pensare a una versione italiana di Forrest Gump e non porterebbe in sala nemmeno il più accanito fan di Moretti.
Penso che chi abbia letto il libro, com’è capitato a me, abbia comunque poca curiosità di vederne la trasposizione cinematografica. Il libro può avere anche dei suoi motivi di interesse, a parte il fatto di essere un po’ troppo costruito per il successo (ma chi non vuole averne) e paraculo (ma chi non lo è) … ma dal mio punto di vista si presta davvero poco a fare quel tipo di cinema che 2 volte l’anno mi porta nel buio della sala … forse potevano farci una fiction, l’avrei vista in TV, ma non avrebbero potuto metterci quei 4 minuti a luci rosse. E quindi …
Riporto infine, ma non faccio mio, uno dei commenti più divertenti sul film: “Caos Calmo? Una inculata pazzesca”.
Probabilmente, per il fatto che nei film di Moretti che ci sono piaciuti, Nanni non ci abbia mai perdonato niente, adesso non riusciamo a perdonare niente a Nanni.
ciao a tutti
Anche io oggi ne ho parlato nel mio blog.
I più maligni (tra cui io e buona parte dei miei amici più cari) hanno sottolineato come, guarda caso, la CEI parli male del film di Moretti (notoriamente laico e di sinistra) e non dica una parola sull’altro film più visto della settimana, quello di Moccia dove Roul Bova si sbatte una minorenne. Però non si vede. Ed è proprio il loro stile: minorenni + silenzio.
cornflakesboy:
parole sante.
purtroppo tutto inghiottito dalla missione della moratoria, non c'è Il foglio online. Altrimenti mi sarebbe piaciuto linkarvi la letterina sull'argomento di cui va qui discutendo del grande gianni boncompagni. Se qualcuno riesce a recuperarla....
Io pensavo di andare a vederlo.
occhiobuio: anticipaci tu il concetto di Boncompagni.
Nessuna avversione per il Moretti comunista che catturò il mio interesse fin da “Io sono un autarchico”. Seduto in sala ho sempre pensato che gli strali lanciati da Nanni fossero puntati dritti dritti su di me. Nei film di Moretti non mi sono mai sentito la vittima, semmai il colpevole. Di questo, a Moretti, sono pure grato.
Pensate poi che Valeria Golino è la mia attrice italiana preferita (e per questo qualcuno mi prende pure per il culo) e Isabella Ferrari una donna che trovo particolarmente attraente (la “sharon stone de noantri” geniale definizione, purtroppo non mia). Sono perfino un lettore di Veronesi (e per questo qualcuno mi rimprovera) dovrei quindi avere verso questo film tutta la simpatia possibile.
A ‘sto punto cercherò di andarlo a vedere, darò il mio parere se a qualcuno potrà interessare. Ma la questione di cui parlo da giorni (sarete ormai stufi) è un’altra, una vecchia questione in qualche modo collegata al primo post di coscienzasporca. ovvero il rapporto di certi intellettuali-artisti col vile denaro, necessario anche per fare il cinema.
Il film ha ricevuto un finanziamento statale (non una cifra colossale, ma comunque i suoi bei 1.500.000 €) che ha contribuito al fatto che “Caos Calmo” potesse essere prodotto. Penso che il finanziamento venga da qualche commissione, espressione dei politici in carica, dove i contrasti tra visioni un po’ più libere e visioni un po’ più bacchettone sono all’ordine del giorno. Forse qualcuno della parte bacchettona si sarà chiesto “possibile che spendiamo i soldi dei timorati cittadini cattolici italiani per dare lezioni di sesso distorto e deviato?”. Questa ipotesi potrebbe proporsi ripetutamente anche in futuro: prevarrà democraticamente la scelta dei più e gli altri (per dovere di squadra più che per convinzione) se la metteranno via. Ma non del tutto. Perchè al di fuori dei ruoli istituzionali avranno comunque degli spalleggiatori esterni che daranno voce al loro malcontento e un po’ di casino lo faranno. Diversamente quando uno per fare il cinema ci mette i suoi soldi (come il produttore del film di Moccia) almeno non deve poi rendere conto a chi lo ha finanziato per conto dello Stato. Questa è un’ipotesi ma, sinceramente, non è la mia opinione dal momento che continuo a pensare che la sparata di don Anselmi sia stata una vera e propria marketta.
Mettere questa scena di sesso al centro del battage pubblicitario del film non è una decisione che ho preso io (ma presa con tutta probabilità dalla produzione) a cui gli attori, con le loro interviste, non si sono certo sottratti. Per il lancio del film si parlavano delle birre e della vodka con cui i nostri Marlon e Maria si sarebbero aiutati per lasciarsi un po’ andare. Devo dire che invidio molto Moretti (anche se immagino la vicenda più imbarazzante che eccitante) ma sinceramente dovendo saltare addosso alla Ferrari le avrei almeno risparmiato le zaffate di birra. Le avrei proposto di scegliere insieme cosa bere, cercando una combinazione meno nauseabonda di birra e vodka.
Moretti che è artista ma anche uomo di cinema, inteso come business, non è certo uno sprovveduto. All’uscita di un non-così-autorevole don Anselmi avrebbe potuto rispondere in mille altri modi, più divertenti, ironici, spiazzanti, invece ha scelto di alzare la posta sapendo che gli avrebbe portato ancora più attenzione e arrivando alla sparata del Concilio di Trento. Davvero Moretti vede l’arte e la libertà di espressione del cinema minacciata da Don Anselmi? Io trovo più pericoloso il finanziamento pubblico al cinema, ma ognuno ha le sue opinioni.
Alla fine, per me, trattasi di questione di successo e soldi che però ci si ostina a considerare un tabù, perchè certi film vanno trattati come arte e i grandi festival sono lì a dimostrarlo. Veronesi è arte e Moccia è tutt’al più Harmony. Anche se al primo va l’aiutino promozional-polito del premio Strega, mentre il secondo si vende da solo, dalla stampa al cinema, sostenuto da evidenti e trasparenti operazioni di marketing e pubblicità, pagate comunque dal suo editore (Rizzoli in questo caso) e dal suo produttore (Medusa e CecchiGori Group). Non entro sui meriti di cosa scrivono Moccia e Veronesi, che sono perfino riuscito a leggere piacevolmente (di Moccia solo il primo libro, però). Non entro nel merito di cosa si veda o non si veda nei film, perchè non mi sentirei di censurare né l’uno né l’altro. E poi mettendoci su questo piano rischieremmo di dover censurare Nabokov e Kubrick per cercare riferimenti alti e “La prima notte di quiete” di Zurlini con il mitico Delon per cercare riferimenti ai miei personali ricordi cinematografici.
Comunque capisco che anche la vicenda trattata dal romanzo/film di Moccia (che è un film per tutti) possa essere delicata …
La questione centrale è quella di un tranquillo rapporto con il vile denaro. Qui siamo ancora al fatto che i produttori o forse il regista di Caos Calmo (non ricordo dove, ma son sicuro di averlo letto su qualche autorevole portale) siano arrivati perfino a confutare (rinnegare) il fatto che la presenza massiccia del marchio BMW sia una trovata pubblicitaria, giustificandola quasi come una pura necessità di produzione (e certamente è anche questo) quando il product placement è una cosa accettata da qualsiasi spettatore che non sia un integralista del cinema. Ma qual è, anche qui, il vero problema? Il problema è che alla fine, volenti o nolenti, i soldi dello stato (1.500.000 €) hanno finito per pagare una bella campagna BWM. Sì perchè alla fine, leggendo vari commenti, nel film sembra esserci più BMW che arte. Perfino chi ha fatto il film sembra esserne accorto e vive quindi la cosa con un certo imbarazzo.
Mettere insieme risorse pubbliche e risorse private va bene quando devo finanziare il restauro di un’opera d’arte o di qualcosa socialmente utile. Utile almeno per il cinema italiano: ma leggendo cosa ne scrivono i giornali tedeschi (mai teneri con noi italiani), recensendone la proiezione al festival di Berlino, non sembrerebbe proprio così.
ciao e grazie per lo spazio che mi sono preso
http://styleandfashion.blogosfere.it/2008/02/caos-calmo-quando-nanni-moretti-sale-in-bmw.html
goodnight: grazie a te. Posso solo dire che la mia voglia di vederlo sta crescendo ora dopo ora.
Cosa curiosa, io che non leggo libri ho stranamente da un po' Caos Calmo sul comodino.
E Nanni in versione Party Animal mi piace tantissimo:
http://cominciolunedi.blogspot.com/2008/02/faccio-cose-vedo-gente.html
in attesa di vedere il film, da stasera comincio a rileggere il libro : segnalo inoltre che stasera dovrebbe esserci Isabella Ferrari da Daria Bignardi (che in un suo post parla positivamente del film)
http://bignardi.style.it/
Io sposo in pieno il commento di goodnight.
Sono meravigliato dal caos che si è montato intorno a questo mediocre film.
Per dovere di cronaca aggiungo questa notizia dalla pagina di repubblica.it di stamattina.
Qualcuno, nel weekend, è andato a vedere il film?
http://www.repubblica.it/2006/08/gallerie/spettacoliecultura/tapiro-moretti/1.html
goodnight: ho visto Striscia e mi pare che Moretti non sia davvero riuscito ad essere più antipatico di Staffelli.
Non c'è alcun dubbio, Staffelli sempre più insopportabile, porta a solidalizzare con gli attapirati.
Lo dice perfino Michele Anselmi de Il Giornale: "....Nanni Moretti s'è trovato a fronteggiare l'inarrestabile Valerio Staffelli di Striscia la notizia. Non avrà gioito, ma almeno è stato al gioco, senza sgarberie alla Del Noce, confermando il nuovo corso, più sorridente e gioviale".
ciao
goodnight: io solidarizzai pure con Del Noce.
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