18 febbraio 2008

Abitare

Cartolina da un occhiobuio in panchina, alla Moretti:

Stavo seduto su una panchina nel piazzale quasi alberato che sta più o meno di fronte alla stazione di Bari. E mentre stavo lì, che sfogliavo “Abitare”, che avevo preso in aeroporto a Milano la mattina, prima di partire, sono stato catturato da un bambino dai modi e dai vestiti un po’ guitti che saltava e cantava di gioia che il giorno dopo sarebbe andato a scuola con le scarpe da ginnastica nuove. Il papà e la mamma che lo seguivano spingendo una carrozzina con dentro un bambino più piccolo che non se ne voleva stare fermo si guardavano e si sorridevano mi pareva quasi commossi e comunque felici. Felici della felicità del figlio per le scarpe nuove. Erano vestiti di tute da ginnastica nere decorate di scritte sulle maniche. E lui aveva un cappellino con la D&G stampata sulla lana. Lei aveva i capelli neri e delle striature rossastre.

Ti farà sorridere, lo so, ma tornando con lo sguardo su “Abitare”, ho provato un po’ di vergogna.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

E come colonna sonora
The Cure - How Beautiful You Are - Kiss me kiss me kiss me, 1987 :-)

accento svedese ha detto...

Una scena agghiacciante. La tipica famiglia che è stata rovinata da Prodi.

goodnight ha detto...

Lungi da me l’idea di spiegare le parole di occhiobuio che, nel loro saper essere misteriose, si spiegano benissime da sole.
Ne parlavamo al caffè con reboman. Parole spiazzanti come quando sull’apparente felicità per le cose più semplici (Oh Valentino …) irrompe l’effetto corruttivo della marca.
È comunque tornando con lo sguardo su Abitare che occhiobuio ha provato vergogna. Se l’inciso non è accidentale (come avesse detto “chiudendo gli occhi” o “guardandomi i piedi”) deve pur voler dire qualcosa. Provo vergogna per loro, provo vergogna per me, provo vergogna per me e per loro insieme? Tante possibili letture da cui escluderei soltanto l’eventuale vergogna per Prodi. Ti prego occhiobuoi lasciaci nel dubbio.

Anonimo ha detto...

Non avevo messo in conto l'ambiguità che solo ora effettivamente vedo.

onan ha detto...

Interessante questa cosa sull'ambiguità che neppure io avevo minimamente considerato.
Come dire: "chi non ti conosce può leggere significati diversi da quelli che ci appaiono scontati".
Interessante.