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Frastuono ipnotico con momenti di volume meravigliosamente assordante. Fasci di luci bianche che illuminano sagome nere.
Robert Turner "the poser" (basso ma anche chitarra), Peter Hayes (chitarra ma anche basso) granitici, travolgenti; voci perfette, confondibili e intercambiabili come i loro strumenti.
Cosa sarebbe mai stato questo concerto se solo Nick Jago non si fosse perso? Se fosse riuscito a sostenere. Se solo avesse avuto la forza di picchiare le pelli e di far sentire quei piatti.
Penso avremmo gradito ancor meno la parte acustica emersa dalla sua assenza e non ci saremmo neppure sorbiti una cover di Bob Dylan.
Forse la splendida
Promise, con Robert al piano e Pete al trombone, sarebbe risultata più compatta,
666 Conducer non sarebbe stata così lenta e
Whatever Happened To My Rock'n'Roll sarebbe venuta meglio.
Tutto sarebbe durato meno delle eccessive due ore abbondanti. E magari i lunghi tunnel di assoli psichedelici (
American X) non sarebbero funzionati, privi del tintinnio
lousy di quei piatti.
Forse il sound sarebbe risultato più "Baby 81" e meno "Take Them On, On Your Own". Fondamentalmente, oltre alla botta avremmo avuto anche il tiro.
Eppure non so: più ci penso e più mi è piaciuto lo stesso. Così.
qualche foto