2 dicembre 2007

BRMC - Rolling Stone, Milano 30/11/07

Frastuono ipnotico con momenti di volume meravigliosamente assordante. Fasci di luci bianche che illuminano sagome nere.
Robert Turner "the poser" (basso ma anche chitarra), Peter Hayes (chitarra ma anche basso) granitici, travolgenti; voci perfette, confondibili e intercambiabili come i loro strumenti.
Cosa sarebbe mai stato questo concerto se solo Nick Jago non si fosse perso? Se fosse riuscito a sostenere. Se solo avesse avuto la forza di picchiare le pelli e di far sentire quei piatti.
Penso avremmo gradito ancor meno la parte acustica emersa dalla sua assenza e non ci saremmo neppure sorbiti una cover di Bob Dylan.
Forse la splendida Promise, con Robert al piano e Pete al trombone, sarebbe risultata più compatta, 666 Conducer non sarebbe stata così lenta e Whatever Happened To My Rock'n'Roll sarebbe venuta meglio.
Tutto sarebbe durato meno delle eccessive due ore abbondanti. E magari i lunghi tunnel di assoli psichedelici (American X) non sarebbero funzionati, privi del tintinnio lousy di quei piatti.
Forse il sound sarebbe risultato più "Baby 81" e meno "Take Them On, On Your Own". Fondamentalmente, oltre alla botta avremmo avuto anche il tiro.
Eppure non so: più ci penso e più mi è piaciuto lo stesso. Così.

qualche foto

15 commenti:

cru7do ha detto...

gran chiusura di post, bellalì!
:)

Anonimo ha detto...

Band che non si discute!

a bim beri ha detto...

Beato te!
Belle le foto.


Qual'era la cover di Dylan?

Anonimo ha detto...

Era la canzone cantata da Robert in acustico, prima di "Fault Line" di Peter.

Si chiama "The Lonesome Death Of Hattie Carroll"

Valido ha detto...

Mmm... hanno fatto lo stesso numero a Londra... o Nick Jago si perde sempre, o comincio a sospettare che sia una scusa per far sorbire tutta la parte acustica a inizio set...

onan ha detto...

cru7do: ;) Pensavo ci fossi anche tu.

bluto: su disco :)

reboman: thanks! Alla prossima.

doctongonzo83: confermo.

valido: Nick Jago è noto per perdersi in ogni senso (nel 2001, agli NME Awards, salì sul palco per ritirare la statuetta e stette immobile per 9 minuti senza fiatare). D'altra parte l'acido non sarebbe la droga più indicata per i batteristi.

Anonimo ha detto...

Luca questa cosa dei live l'hanno detta in molti, ed in effetti vedendoli in tivù un paio di volte hanno proprio dato l'impressione di smarronare i coglioni in maniera incredibile.

Ted ha detto...

L'imperfection è fondamentale per la riuscita di un concerto. Belle le foto.

onan ha detto...

bluto: diciamo che live sono un po' altalenanti.

vivated: grazie. Parole sante.

Fabbra ha detto...

Li andrò a vedere live qui a Dublino il 13 dicembre e capirò meglio. Cmq belle parole...spero di confermarle ankio ma penso gia di poterlo fare da ora a busta kiusa...

onan ha detto...

fabbra: attendiamo il tuo responso.

accento svedese ha detto...

Molto bella la rece. La frase finale è un bel colpo. ;)
E molto bella anche la foto, rende bene l'idea della musica dei BRMC.
Avrei voluto essere anche io a quel concerto , ma potrò consolarmi venerdì prossimo con gli Enon al Covo. Prova a dare un ascolto al loro ultimo "Grass Geysers... Carbon Clouds", per me potrebbero piacerti parecchio. ;)

onan ha detto...

federico: grazie e anche del consiglio.

Anonimo ha detto...

io me li vedrò qua a Sydney il 2 gennaio....e chi se li perde...

onan ha detto...

mastro: facci sapere.