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Immaginate un Conor Oberst di colore sia riuscito a realizzare il disco che i Bright Eyes mai e poi mai.
Sforzatevi di credere che anche per la scena indie inglese sia possibile avere uno di quei singer-songwriter dalle tinte folk acustiche che solo gli Statunitensi, i Canadesi, gli Scandinavi...
Pensate ad un brano (il singolo Galaxy Of The Lost) con splendidi arrangiamenti di pianoforte nel cui ritornello Dev Heynes canta '...as we're kissing, I'm sick in your mouth…'.
Ad un altro (Midnight Surprise) in cui tra arpeggi alla Johnny Marr intona '...wake up and smell the semen...'.
Disorientati?
I Could Have Done This Myself è sulla perdita della verginità.
Mettete assieme le armonie ricercate degli Shins (Dry Lips) con una poetica urbana dalla metrica "Arctic Monkeys", delle partiture classiche complesse (Devil Tricks For A Bitch) con un metodo espressivo da blog. Avrete la contemporaneità di "Falling Off The Lavender Bridge".
Un disco bellissimo che, sullo scaffale del decennio in cui non è esistito alcun movimento, è probabile occuperà una posizione a fianco di "Whatever People Say...".
E non perchè inciso dalla medesima etichetta (Domino).
8/10