E ora chi potrà più sostenere che un film non possa essere migliore del libro da cui è tratto?
Non documentaristico, non didascalico, non moralista, non compiacente. Forse neppure "realista".
Sconvolgentemente credibile.
Scorsese, De Palma, Tarantino, Chan Wook Park. Nessuno degli immortali della criminalità è stato capace di impressionare oltre la maestria del proprio gesto.
Garrone percorre un'altra strada, con un obiettivo dall'estetica altrettanto forte. Non gioca, ma fa sudare senza fiato. Terrorizza e costringe a chiudere gli occhi per riaprirli nel disperato tentativo di non perdersi qualcosa di quella lentezza solo apparente.
La roba, le pistole cariche nelle mutande di ragazzini inesperti, i soldi, gli spari, la musica realmente popolare, la ruspa sulla spiaggia...
Garrone spia ciò che tutti avevano solo provato a raccontare.
Non gli sarà concesso un seguito di maniera, ma il cinema italiano ha nuovamente un regista immenso.
10/10
PS
Sarà che "Primo Amore" era stato girato a Vicenza, sarà l'effetto traino del libro, ma la sala del centro "sold out", di martedì sera, per un film del genere non l'avevo mai vista.