28 maggio 2008

Gomorra

E ora chi potrà più sostenere che un film non possa essere migliore del libro da cui è tratto?
Non documentaristico, non didascalico, non moralista, non compiacente. Forse neppure "realista".
Sconvolgentemente credibile.
Scorsese, De Palma, Tarantino, Chan Wook Park. Nessuno degli immortali della criminalità è stato capace di impressionare oltre la maestria del proprio gesto.
Garrone percorre un'altra strada, con un obiettivo dall'estetica altrettanto forte. Non gioca, ma fa sudare senza fiato. Terrorizza e costringe a chiudere gli occhi per riaprirli nel disperato tentativo di non perdersi qualcosa di quella lentezza solo apparente.
La roba, le pistole cariche nelle mutande di ragazzini inesperti, i soldi, gli spari, la musica realmente popolare, la ruspa sulla spiaggia...
Garrone spia ciò che tutti avevano solo provato a raccontare.
Non gli sarà concesso un seguito di maniera, ma il cinema italiano ha nuovamente un regista immenso.

10/10

PS
Sarà che "Primo Amore" era stato girato a Vicenza, sarà l'effetto traino del libro, ma la sala del centro "sold out", di martedì sera, per un film del genere non l'avevo mai vista.

7 commenti:

ale ha detto...

Dopo questa recensione andrò a vederlo. Il premio di cannes pensavo fosse "dovuto". Invece pare proprio sia meritato. Vista la tua frase d'apertura del post, posso anche fare a meno di leggere il libro?

SubliminalPop ha detto...

Io sono tra quelli che credono appunto che un film non potrà mai essere migliore di un libro, ma non per la qualità in sé, quanto per un discorso di differenti quantità di fantasia/immaginazione che deve metterci il lettore/spettatore. Tralasciando questo, credo che Gomorra sia un po' particolare, essendo un libro a metà tra narrativa e indagine giornalistica.

P.S. anche qui pienoni al cinema cone se non ne vedevano da tempo.

onan ha detto...

ale(abnorm): il premio di Cannes è solo un'amara "consolazione".
Proprio la stessa "palma d'argento" che era toccata a Ladri di Biciclette.
Dalle pagine che ho letto non ho avuto la sensazione il libro sia imperdibile, il film si.

sublimilapop:
Proprio per questo suo carattere misto, di cui dici, il libro non mi è parso in grado di avvicinarsi minimamente all'estetica riprodotta dal film.
Forse non era neppure il suo intento.

cabret voltaire ha detto...

caspita, questo weekend si va al cinema!

onan ha detto...

alfa: poi facci sapere.

Anonimo ha detto...

Per me un film impressionante soprattutto per la modernità del linguaggio narrativo e per l'estetica. Una sorpresa assoluta, addirittura superiore a quello che Garrone era riuscito a fare con l'imbalsamatore. Un codice espressivo ricchissimo di particolari poi, per fortuna in un tempo lento (alla faccia dei film sulla criminalità filmati con quella foga della velocità da videoclip) e soprattutto senza la necessità da parte del regista di "parlarci su" troppo. Non so se sia giusto, ma l'ho trovato come dire molto sensoriale...tracciando un parallelo che dispiacerà forse a qualcuno, per me sono autori come questi che hanno e danno un senso al termine modernità anzichè il vostro incensatissimo assai riverito ed anacronistico Luci della etc.etc. (non so perchè, ma mentre vedevo il film pensavo ad un disco di atmosfere simili come Burial)

onan ha detto...

leo: con L'Imbalsamatore aveva mostrato di essere di uno stoffa diversa da tutti gli altri. Ora ne abbiamo la certezza.
Su Burial credo di aver capito cosa intendi.
PS
Le Luci Della Centrale paragonato a Garrone?
Dai non essere così perfido.