Il punto è che la legittimazione di questo riconoscimento ha portato con sé l'idea che siano esistiti solo Black Sabbath con Ozzy Osbourne. Che quelli Mark II, con Ronnie James Dio, fondamentali nell'Heavy Metal quanto i primi per la genesi del genere stesso, dovevano essere cancellati sino a far mutare loro il nome in Heaven and Hell.
Così, l'altra sera, al Gods of Metal, la sensazione di essere di fronte a parte di una vera leggenda a qualcuno potrebbe essere addirittura sfuggita. Io, che piansi (Astoria 05/12/99) vedendo i Black Sabbath nella loro formazione originaria, ma che mi sento molto più vicino a Ronnie James Dio che ai Sunn O))), sabato invece mi sono emozionato: "Jacopo non chiamarli Heaven and Hell, sono i Black Sabbath".
Ci siamo spinti sin sotto il palco e cantando Heaven and Hell, corna al cielo (RJ Dio, per chi non lo sapesse, è il padrino di quel gesto), abbiamo tremato al cospetto di Geezer Butler e dell'uomo "senza" le cui falangi nulla sarebbe mai stato possibile: Tony Iommi.
Magnifici come Children Of The Sea, Die Young e Neon Knights.
Per il resto: anacronistici i Queensryche, ancora sorprendenti i Tesla nelle esecuzioni dei loro classici era 1986 (che effetto sentire Little Suzi e buona parte dello splendido "Mechanical Resonance") e la solita baraccata, che può anche divertire, i Motley Crue.
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