Sopravvalutatissimo docu-film dal sapore "The Osbournes" degli sfigati che vale di essere visto anche solo per le scene in cui l'inverosimile tour manager italiana, dall'inglese poco fluente, si abbandona alla propria madre lingua. Pensate che al pubblico internazionale il privilegio delle sue bestemmie (e non sono poche) viene negato anche dai sottotitoli.Irrilevante, ma da ex metallaro: gli Anvil non mi piacevano neppure nel 1982.


