2 maggio 2007

The Aliens - Astronomy For Dogs

Un piccolo Syd Barrett.
Gordon Anderson, il fondatore dei Beta Band, ha composto il celebre EP di debutto del gruppo immortalato in "Alta Fedeltà".
Ancor prima che fosse pubblicato (1996) ha dovuto abbandonare il suo progetto e per lui sono seguiti dieci anni di elettro-shock e cliniche psichiatriche.
The Aliens, terzetto completato da altri due ex Beta Band (John MacLean e Robin Johns), rappresentano il suo ritorno sulle scena.
Un ritorno di cui purtroppo non si accorgerà quasi nessuno, neppure coloro che in modo esagerato si erano strappati i capelli per gli Eps dei Beta Band.
"Astronomy For Dogs" è un disco musicalmente eccellente ma troppo vario e troppo sinceramente vintage per gli ascolti frettolosi ai quali ci siamo abituati.
Immaginatevi i Coral in un percorso più articolato. Con la stessa attenzione per la melodia ma con spunti provenienti da tutta la psychedelia britannica. Moltissimo dei Beatles, ma anche Kinks, Pink Floyd (quelli di Barrett ovviamente) sino ad arrivare ai Soft Machine. Arrangiamenti alla Brian Wilson, "california dreaming" e spazio pure per sonorità cronologicamente più vicine. In Robot Man è come se McCartney cantasse con i Charlatans. Rox sembra un brano fuoriuscito da "Scremadelica". She Don't Love Me: se solo qualcuno potesse far sentire a Nanni Moretti quel pianoforte e quegli archi....
Un disco fuori moda. Che forse non ha alcun senso nel 2007.
Io però a Glastonbury cercherò di vederli, penso l'atmosfera sarà loro favorevole.

7/10

myspace/thealiens

3 commenti:

accento svedese ha detto...

I Beta Band sono una tra le band a cui sono più affezionato in assoluto. Mi fa piacere che qualcuno si ricordi di loro! ;)
Il disco degli Aliens è FAVOLOSO, probabilmente la massa non se ne accorgerà, impegnata ad impazzire per i Klaxons di turno. Rappresenta una evoluzione della svolta rock che i Beta Band ebbero con Heroes To Zeroes, svolta che non fu capita e sottovalutata. Probabilmente Astronomy For Dogs avrà la stessa sorte, ma è a mio parere uno dei dischi dell'anno. Deliziosabente fuori dal tempo.
Non sapevo la storia di Gordon Anderson, sapere come sono andate le cose me li fa apprezzare ancora di più. ;)

accento svedese ha detto...

Pensavo di essere pazzo a sentirci dentro i Soft Machine e Robert Wyatt, m conforta sapere che qualcun'altro ha avuto la mia stessa impressione... :D

onan ha detto...

Anche a me :)