Quando siamo andati a vedere i Megadeth sapevamo bene che era il tour per il ventesimo anniversario di "Rust In Peace". Ieri sera invece, studiata la scaletta del concerto del giorno prima, pur di non esimerci da quell'ineguagliabile esperienza sensoriale che sono gli Slayer, ci eravamo preparati a sopportare l'ascolto anche dei poco convincenti brani successivi al loro terzo capolavoro: "Seasons In The Abyss" (1990). Delle prime cinque canzoni non se ne salva una; Tom Araya, si sa, non è molto più loquace di Dave Mustaine e non dichiara nulla, ma da War Ensemble in poi la sequenza comincia a non lasciare dubbi: "Seasons In The Abyss" senza sosta nella sua devastante e controllata interezza. Paura. Poi, in una Pioggia di Sangue, giù a Sud del Paradiso l'imprescindibile furia sonora dell'Angelo della Morte arriva e spazza via tutto. E così, per non dimenticare, all'uscita, invece della maglietta che è un po' "ingombrante", ci siamo comperati la biografia.
2 commenti:
Ti invidio, non ho mai avuto l'onore di vederli dal vivo. Non me la son mai sentita anche se mi piacciono molto.
accento svedese: ci vuole coraggio per il limite. Ma ne vale sempre la pena.
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