5 maggio 2008

Paranoid Park

Un film di inquadrature. Lente. Bellissime.
Come quelle di quei film "cinesi" che non mi vanno giù.
Il direttore della fotografia Chris Doyle viene da là (2046) e il maniacale Van Sant (con cui aveva già lavorato in "Psycho") gli offre di utilizzare quello stesso occhio su un soggetto occidentalissimo.
"Paranoid Park" non è "Elephant", ma un esercizio di stile che alla seconda, terza visione può rapire.
Quanto Elliott Smith montato su quelle camminate..

4 commenti:

Anonimo ha detto...

concordo.... le scene con le evoluzioni di skate al rallentatore sono perfette.... ma anche il film in sè non mi è dispiaciuto affatto...

onan ha detto...

daniele: si con per sottofondo solo il rumore delle rotelle che girano sull'asfalto.

comeonyoupainter ha detto...

sarà perchè mi sono fermata alla prima visione, ma non mi ha esaltato...

onan ha detto...

comeonyoupainter: esaltato direi di no neppure per me. Diciamo che mi sono un po' ostinato perchè "all'inizio" non riuscivo a decidere si mi piacesse o meno.