5 aprile 2008

The Raconteurs - Consolers Of The Lonely

Meg ha lasciato Jack.
E Jack, con la morte nel cuore, è corso dai suoi amici per dire loro che non si gioca più. Che da subito cesseranno di essere parte del suo side-project per diventare la Sua band: quella che terrà vivo il ricordo degli White Strpes, almeno sino a quando gli White Stripes non torneranno.
La differenza con "Broken Boy Soldier" è spiazzante, in "Consolers Of The Lonely" oltre alla voce di Benson indistinguibile da quella di White, tutto suona come se questo dovesse essere il nuovo album del duo di Detroit. Talvolta anche troppo: Five On The Five è un'altra Conquest (ne bastava una) e qualche brano si intuisce chiaramente che non era stato composto per i Raconteurs.
Il punto è che se quelle composizioni, anzichè suonate in due, vanno nelle mani di una band che gira a mille (e con un batterista come Patrick Keeler) diventano Hard Rock classico. Roba del calibro che non si sente dai tempi dei primi Black Crowes.
Svisate di chitarra a go-go (Salute Your Solution), sezione ritmica che spinge sempre in su (Attention) e ballate come in tutti i classici dell'Hard Rock che si rispettino (You Don't Understand Me)
Consigliato solo a chi sa che gli Aerosmith sono stati anche dei grandissimi, negli anni '70.
Gli altri però si scarichino almeno Carolina Drama.

8/10

8 commenti:

Anonimo ha detto...

E' bella questa tua recensione anche perchè è strana. Nonostante il voto alto mi sembra che traspaia nelle tue parole una sorta di amarezza. E' poi possibile che la scena americana, se si eccettua la scena NY, non abbia risposte migliore che raggomitolarsi come mai è successo in passato nel tradizionalismo più ortodosso, è possibile che sia tutto qui?? Amavo i White Stripes perchè li consideravo estremamente moderni nonostante si rifacessero alla tradizione, ma in maniera molto costruttiva. Quanto meno il tutto suonava paradossalmente nuovo. Da come scrivi qui sembra invece che tutto si sia cristallizzato in uno stantìo omaggio al passato...gli Aerosmith poi !!? Ma se ne sentiva il bisogno?? Tanto passa il convento negli States? Quali le alternative?
E poi...i WS si sono sciolti? Sapevo degli attacchi di panico di Meg, ma pensavo ne pregiudicazzero solo l'attività live

onan ha detto...

leo: l'aspetto "costruttivo" attribuito all'omaggio al passato degli White Stripes non poteva durare in eterno. Gli White Stripes già da un po' sono solo un omaggio al passato.
Per certi versi è quindi forse più onesto ciò che accade in questo disco dei Raconteurs, che non ha alcuna velleità "salvifica".
No, gli WS non si sono ufficialmente sciolti, quella che ho scritto è la mia sensazione.
Torneranno. Jack e Meg sono inscindibili, però intanto questo disco mi piace proprio.
Ma io sono uno che davanti all'Hard Rock non storce il naso, si sa.

ale ha detto...

Non ho seguito le vicende "storiche" WS/Raconteurs. Non ho un analisi storico/sociale da sottoporvi. Ma da semplice "ascoltatore"trovo sia un disco strepitoso.

onan ha detto...

ale: strepitoso mi sembra un'ottima definizione.
Vediamo cosa ne penserà Leo, quando deciderà di ascoltarlo. :)

Anonimo ha detto...

Sono troppo affezionato al suono scarno e minimale dei primi WS. Se penso alla tua recensione, mi aspetto di trovare qualcosa di molto lontano dallo scarno e minimale, tre minuti o giù di lì... se mi baso su quello che sxcrivi almeno

Anonimo ha detto...

D'accordissimo. Meno sui Supergrass, anche se fondamentalmente quanto dici è vero. Ciao

Anonimo ha detto...

Concordo appieno. Anche io ho notato affinità con i BC.
(ti "rubo" anche una frase del post, in cambio ho votato...eheheh)
ciao.

onan ha detto...

c.: bentornato.