I Wire, i "dimenticati" del punk inglese, hanno avuto per la musica un peso eguagliabile a quello ricoperto dai Clash per l'estetica.
"Pink Flag" (21 brani in 36 minuti) getta le basi di quello che sarebbe poi stato il post-punk e lo fa mentre il punk sta solo nascendo.
Ascoltato oggi impressionano la freschezza, l'anfetaminica aggressività, la capacità di destrutturare mantenendo intatto un appeal quasi pop.
Impossibile non sentire l'influenza che questo disco ha avuto nei Blur, in molto Britpop (le Elastica non furono altro che i Wire con le tette), nei Rem, addirittura nell'embrionale Hardcore americano (Minor Threat).
Personalmente snervante constatare l'inutile sopravvivenza di quasi tutte le cosiddette art-school bands contemporanee.
5 commenti:
Hai ragione, è un mistero come ai wire non sia stata data la dovuta importanza. Forse hanno scontato una certa attitudine intellettuale che ai tempi era come fumo negli occhi. Colin Newman ancora studente frequentava gente come Eno ed altri esponenti della cosiddetta musica colta come Stockausen. Sono rimasto molto sorpreso di leggere questo nel libro di Simon Reynolds. Ma pensa te, quando ancora i Wire erano poco più che nascenti.
Per quanto riguarda me umile ascoltatore chiedo venia ai quattro, evidentemente Wire era un nome non abbastanza cool e pompato dal mainstream dell'epoca, impegnato più sulla sensazione e la lunghezza del capello (a dire il vero, molto corti e normali in loro). Tuttavia ci hanno donato una delle canzoni più belle in assoluto che abbia mai sentito, ed una di quelle che intimamente amo di più, che è the 15th sull'album 154.
Eppoi senza Colin Newman non sarebbero esistiti i Virgin Prunes dei quali produsse If I die I die (basta il titolo)
Sono contento di aver finalmente ascoltato questo meraviglioso disco grazie a te.
Ne avevo sempre sentito parlare e tra tante stronzate che mi sono procurato (...ehmm) in questi anni è davvero un delitto aver "recuperato" questo gioiello sommerso solo nel 2007!!!
Meglio tardi che mai...
Wire fondamenatali! Avevo il vinile di Pink Flag perduto poi in uno scambio con Black and White degli Stranglers. In cd poi ho ricomprato Chairs missing, che preferisco, forse perché è il disco con cui li ho scoperti.
Come vedi Tony secondo due esperti di cui fidarsi, come Leo e Reboman, non è il caso di fermarsi solo a Pink Flag.
Quello scelto da NME comunque credo sia il disco più rappresentativo dei Wire. Quello "punk" per intenderci.
Grandiosi davvero.
Visti dal vivo due volte. Purtroppo MAI nel primo periodo. Li ho visti nelle tournèe di "The Ideal Copy" e "A Bell is a Cup...", vale a dire tardi anni 80, ai tempi della prima reunion.
Grandi concerti...sempre comunque ricchi di pezzi immortali, inclusi quelli di "Pink Flag" e del mio preferito "154", che consiglio di scaric... ehem.. comprare!
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