L'indie americano non è esattamente la mia passione. Faccio fatica ad entusiasmarmi per qualcosa che tende a rifiutare l'entusiasmo. Che sceglie sempre il profilo basso, dimesso.
Per me la musica pop non può fare a meno delle facce e il mondo alternativo americano non è mai stato particolarmente interessato a proporne.
Nonostante la popolarità che The Shins avevano saputo guadagnare in certi ambiti ero rimasto abbastanza freddo nei confronti dei loro due primi lavori. Non la pensava così Natalie Portman in Garden State che, citandoli come "la band che ti cambia la vita", ha tolto il veto all'entusiasmo nei loro confronti.
Trasformati nella punta di diamante della Sub Pop e trasferiti dal New Mexico a Portland (attuale capitale rock Usa) agli Shins è stata data la responsabilità di diventare i "nuovi Rem".
James Mercer ce l'ha messa tutta. Ha affinato le sue notevoli capacità compositive e ha tentato la melodia perfetta. Ci è riuscito. E' la melodia perfetta la differenza tra Wincing The Night Away e i dischi precedenti. Quella che nasce dalla ricerca dei dettagli, dagli arrangiamenti, dalla produzione. Da quei magnifici ritornelli ispirati (Australia, Phantom Limb) senza i quali non esisterebbe pop.
Sea Legs è un tributo agli Smiths e Red Rabbits sa molto Belle & Sebastian. Ma è il gusto Ride, Echo & The Bunnyman ad attraversare tutto l'album pur lasciando intatta l'identità estremamente americana delle composizioni.
Un disco più facile diranno i duri e puri dell'alternative. No. Un disco più ricco. Che potrebbe trasformare The Shins in una band dal successo che queste canzoni meriterebbero.
Se solo ci fosse tra loro una faccia come quella di Michael Stipe........
7/10
intero disco su myspace
6 commenti:
Anch'io, sino a due/tre anni fa avevo una spiccata predilezione elettiva per la musica marchiata Union Jack. Non che non ci fossero stati casi eclatanti di gruppi nordamericani che facevano breccia (Mercury Rev, Flaming Lips e Grandaddy su tutti e prima ancora Dinosaur Jr., Afghan Whigs e Pavement), ma partivano - ai miei occhi - con una sorta di handicap che dovevano colmare con tanto talento. Una distorsione che sembra essere svanita più di recente, e forse Chutes Too Narrow era stato uno dei primi dischi a beneficiarne, prima ancora che venisse iconizzato da Zack Braff per bocca di quella meraviglia della natura che risponde al nome di Natalie (mi è capitato di rivedere la scena di Closer recentemente e la mia mascella non è ancora tornata al suo posto). Detto questo mi ritrovo pienamente nella tua descrizione, anche se per lo stesso motivo menzionato da Occhiobuio il pezzo che mi coinvolge di più al momento è Sea Legs. Otttima recensione, con tre t. ;]
Anche a me il disco è piaciuto molto.
Domani potrete leggere la mia recensione sul Fard-Rock. Quanto al fatto che piaccia a te, caro Luca, non mi sconvolge così tanto. Credo che sia, tra i dischi americani, la cosa più British che mi sia capitato di ascoltare dai tempi dei Byrds! :-)
J.lo
Molto molto bello e molto molto british, mi piace un sacco... un disco che cresce ad ogni ascolto! non fa rimpiangere il suo predecessore.
La recensione è veramente ottima! ;)
il mio preferito è chutes too narrow ma anche questo se la cava. hanno giustamente evitato il rischio di ripetersi ed è uscita fuori una cosa abbastanza inaspettata secondo me
Che gioia, un disco di cui si parla qui che incontra anche il gusto di occhiobuio. Sono proprio contento.
Si probabilmente gli Americani son più sinceri degli Inglesi. Anche se come dice Joyello questo è forse il disco più British che degli Americani possano fare.
Grazie mille per i complimenti.
A Monterey auguri per la mascella. Son cose che possono capitare vedendo certe scene.
Io da giovane sono stato britannico in tutto e per tutto. Ora, invece, tendo quasi a sottovalutare ogni cosa made in UK. Insomma, credo che in America si faccia musica migliore. Suli Shins mi trovi "completamente d'accordo, a metà", nel senso che una parte di Wincing... è meravigliosa mentre l'altra mi sa di riempitivo.
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