6 dicembre 2009

Them Crooked Vultures - Them Crooked Vultures

Dave Grohl è finalmente tornato a sedersi alla batteria (ora qualcuno lo incateni) e al fianco di un ispiratissimo John Paul Jones dimostra che con lui i Led Zeppelin (Scumbag Blues, Reptiles) forse valeva davvero la pena di riformarli. Pazienza, perchè Josh Homme, più che la migliore della sue Desert Sessions, ha messo assieme ciò che senza Nick Olivieri non gli era mai più riuscito (Gunman, Elephants, Dead End Friends),
Del supergruppo vi fa schifo solo l'idea? Avete giudicato il disco al primo distratto ascolto? Non ci pensate proprio di provare a sfondare le casse dello stereo con una copia originale? Fate voi.
Io ho amato il Rock e odio gli Animal Collective.

9/10

12 commenti:

Alessandro ha detto...

Sacrosanto

colas ha detto...

allora: premesso che questo disco l'ho comprato e ascoltato tipo cinque volte prima di scriverne, e premesso anche che divisioni tra cosa non è rock e cosa no nel 2009 lasciano un po' il tempo che trovano, continuo a trovarlo un disco estramente inutile e "medio".
Scherzando l'ho definito "una cagata", cosa che non è. Ma da un trio del genere era lecito attendersi qualcosa di più.

Sono d'accordo su Grohl e su JPJ, gli incastri di basso e batteria sono sempre molto curati e soprattutto non scontati, ma poi c'è la scrittura di Josh Homme che è davvero poco ispirata, costretta in un cliché rock che davvero ha dato tutto quello che poteva dare.
Insomma: una noia.

E'chiaro che questi tre qui non sono i chickenfoot, per questo non credo riesco ad accontentarmi di un disco alla chickenfoot, ma solo un po' meglio

Zuzù ha detto...

M'hai incuriosito a bestia.

DiamondDog ha detto...

Sono abbastanza allineato con Colas, però ho un sospetto.
Visto il battage pubblicitario dell'iniziativa che è stato convulso e anche abbastanza confuso, ho la sensazione che il disco sia stato "costruito" con troppa fretta.
Mi auguro un secondo episodio più meditato e soprattutto una scelta strategica di fondo su "dove andare a parare".
Non basta, per entità di questo calibro, un onesto disco di rock.
Ai tempi, io c'ero ahimè, ci fu chi sparò su Presence e/o In through the out door degli Zep.
Che in effetti confrontati con i predecessori erano oggettivamente inferiori.
Ma restavano buoni dischi.
Ecco i TCV non si confrontano con un "loro" passato ma con un accrocchio di passati molto superiori a questo lavoro.
E avevano il dovere di essere meno demagogici e proporre soluzioni nuove e direzioni diverse.
Speriamo che lo facciano (le potenzialità ce le hanno alla grande, la voglia non so) al secondo album.

Captain Howdy ha detto...

Boh, a me sembra abbastanza piatto e monotono. Non che trovi le cose ostentamente ripetute negative a priori ma sti 2 signori (Homme e Grohl, di Jones per stima non parlo) mi sembra che abbiano esaurito le (poche, visto che entrambi hanno basato la propria fortuna sul "merito" di qualcun altro) idee da un paio di lustri minimo eppure continuano a ricevere lodi su lodi...

onan ha detto...

Non so, forse questo disco è talmente legato ai clichè Rock che forse lo può amare solo chi crede che gli Animal Collective non possano nulla per resuscitare un morto che i Them Crooked Vultures almeno commemorano.

Si, potevano fare di più e forse lo faranno pure con un po' di calma nel prossimo disco già annunciato. Certo questa maledetta idea dell'essere sempre un side-project non aiuta.

E forse non aiuterà neppure tutto sto successo che non c'è o entusiasmo di critica che proprio non vedo. Ci beccheremo i Foo Fighters per sempre.

Captain Howdy ha detto...

Boh, le critiche che ho letto io son tutte entusiastiche, sul discorso successo non saprei cosa dire visto che non ho dati a disposizione certo che tutti ne stan parlando molto di questo disco (da costringermi ad ascoltarlo seppur controvoglia). Gli Animal Collective nemmeno li ho sentiti e non lo faro' se non casualmente quindi non faccio parte di quel campione statistico ;-)
Quello che mi fa pensare è che la critica in genere ma anche i "comuni mortali" :-D in fatto di commemorazioni non sempre adottano gli stessi pesi e misure...
Da quel che percepisco, per qualche motivo, con i due signori in questione c'è sempre molta benevolenza anche in presenza di minestre palesemente riscaldate.

colas ha detto...

ma io 'sta cosa degli animal collective proprio non la capisco.
E' come dire: non mangio la pizza perché il brasato mi fa schifo.
Che c'entrano gli animal collective col rock?
sono un'altra cosa. Arrivano da un altro background e suonano una musica che deve più all'elettronica che al rock.
Non ti piacciono? Bene, ci sta.
Non sono neanche il mio gruppo preferito, ma sono sicuramente più vicino a quel tipo di suoni come background e tutto.Come te con i t.c.v. La piccola differenza è che gli animal collective hanno comunque fatto un disco che dice delle cose - parlo di linguaggio e non di messaggio - ed è "nuovo". Può far cagare, ma la sua importanza è manifesta. Il disco del trio invece era obbligato a non fare prigionieri. doveva esser una bomba e invece è una "loffa". Tutti e tre questi personaggi hanno fatto di meglio in altra veste e nella storia della musica c'entreranno - ci sono già - per altre ragioni. Questo è un divertissement e come tale ci sta che uno lo possa tanto apprezzare quanto trovarlo inutile e noioso.
Comunque io ho grande rispetto per i cliché. I Sonic Youth, per dire, non fanno altro che riprodurne uno e lo fanno bene. L'ultimo degli arctic monkeys rientra anche lui in un cliché, ma lo fa alla grande.
Qua invece mancano proprio le canzoni e più lo ascolto e più penso che se l'avessero fatto tre ragazzini sarebbe finito nel dimenticatoio ancora prima di uscire

onan ha detto...

colas: il mio era solo uno sfogo personale per ciò che è alle mie orecchie insopportabile.
Lo odio ma ne ho soggezione (è l'unico disco di cui ho parlato su questo blog assengnandoli un S.V.). Non abbastanza però da condividere l'unanimità di una critica (di impostazione Rock) che in questo caso si dimostra troppo scollegata dai gusti dello stesso pubblico che la legge. Almeno credo e spero. :-)

romilar ha detto...

vedo che la pensate come me, è un buon dischetto ma non passerà certo alla storia nè tra le migliori cose di Homme &Grohl (QOTSA per il primo, i Probot per il secondo), io non dico che bisogna confrontarli con il passato ma con il presente, ci sono decine di band di retro-rock nel semi underground che gli fanno il culo a questi. Punto. Un nome su tutti Radio Moscow.

PistaKulfi ha detto...

Onan, chi scrive è un rocker incallito che 99 volte su 100 è dalla parte di cose tipo TCV piuttosto che Animal Collective... Però oltre al fatto di non entrarci nulla nel discorso è fuori di dubbio il fatto che gli Animal Collective abbiano fatto un disco dove ci sono grandissime canzoni, mentre il super trio ha deluso. Ieri sera tornando a casa mi stavo sentendo Blues for the red sun dei Kyuss e beh siamo distanti anni luce da cosa poteva essere e non è stato. 9/10 a questo disco è veramente troppo secondo me. Ma i giudizi sono soggettivi quindi vanno rispettati. Però ti chiedo... quanto è figlio dell'astio verso altri suoni?

onan ha detto...

Sì, è corretto. L'astio in questo caso è valso sicuramente un punto.
E l'astio è appunto un clichè Rock, come quelli di questo disco.