6 ottobre 2007

PJ Harvey - White Chalk

Se penso al Rock femminile dico: "Dry" e "Rid of Me". Penso a quel lontano concerto di PJ Harvey al Vox Club ('95), a quella copertina di Melody Maker ('92) che ritraeva un giovane corpo scheletrico su un paio di DrMartens.
Non riesco a digerire l'arpa di Broken Harp, mi è difficile accettare la sua voce sussurrata sulle note di un pianoforte scarno; ma percepisco il coraggio, ammiro la voglia di rischiare.
"White Chalk" è il miglior disco di PJ da tempi di "To Bring You My Love".
E' un album fragile, a cui dedicare il buio, il silenzio, l'intimità. Tristissimo (Silence), crepuscolare (Dear Darkness), introspettivo: PJ si apre, parla a chi non c'è più (To Talk To You) e a chi non è mai arrivato (When Under Ether).
Seppur saggiamente breve, tra tanti brividi un paio di episodi sono tediosi. Si dimenticano difronte alla meraviglia della "nebraskiana" White Chalk. Sul fatto poi questo sia l'unico brano non accompagnato al pianoforte...

8/10

myspace/pjharvey

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Appena arrivato il vinile.
:-)

Anonimo ha detto...

Ascoltato solo una volta ma l'impressione e' quella che questa volta Polly sia sconfinata un po' troppo, il piano non e' decisamente il suo territorio e in certi momenti il richio che tanta oscurita' diventi quasi grottesca segno che forse gli arrangiamenti provati non sono propriamente nelle sue corde, ha voluto fare qualcosa di diverso e bisogna dar atto del coraggio ma forse non era nelle sue possibilita'.

Anonimo ha detto...

mi affascina il percorso di questa artista, la coerenza nella sperimentazione. fragile dici bene, perchè mantiene intatta la sua inquietudine anche se non la esprime con le distorsioni, più tradizionali per questo sentimento. mi ricorda il percorso simile della Donà nelle nostre lande, molto interessante ugualmente il suo ultimo La quinta stagione...

Ted ha detto...

Lei è una delle poche grandi rimaste.
Io però ti approvo anche "Stories from the city...", che mi piacque tantissimo.
Questo lo devo scoprire ancora.

Anonimo ha detto...

Sinceramente non conoscevo questa artista. Sono rimasto incantato. E' un album cupo ma dall'anima profondissima. Mi spiace tanto non potere capire quel che c'è dietro, evoluzioni o involuzioni rispetto ad album precedenti, ma per quanto m'abbia sempre affascinato, purtroppo non la conoscevo!

Ormai ho barricato 5 posizioni su 10 della mia "lista album 2007" ma per la "seconda fascia" è possibile che trovi uno spazio per WHITE CHALK.
Ciao!