6 aprile 2010

Altro che ritorno del vinile

Vado a Londra ogni volta che posso sin dai tempi in cui passavo gran parte della vacanza dentro ai negozi di dischi (parliamo dell'epoca Shades in St. Anne Court). Poi, prima grazie al mail order, poi all'arrivo di internet, ho cominciato a dedicarmi ad altro: le stesse identiche cose che trovavo là le potevo comperare dalla sperduta provincia nella quale abitavo. La sensazione che Londra, seppur con qualche megastore in meno, per ragioni cultural/turistico/revivalistiche fosse rimasta però l'isola dello shopping musicale non era scemata. Il week-end scorso mi sono reso conto che, escludendoun paio di vie che contano più o meno come centri dell'antiquariato, Rough Trade e gli HMV dove lo spazio dedicato ai dischi si sta riducendo all'osso, a Londra trovare un CD può risultare quasi un'impresa.

21 commenti:

romilar ha detto...

addirittura! che significa? anche lì i negozi di dischi stanno scomparendo?

onan ha detto...

Romilar: completamente. Antiquariato puro.

Joyello ha detto...

beh, da una nazione stilisticamente avanti come UK cosa altro potevamo aspettarci?
Rassegniamoci: avere quel ciarpame per casa è una debolezza di pochi vecchi rincitrulliti che possono tranquillamente continuare a comperarne su amazon.
I ragazzi, la gioventù, non li vogliono, li trovano ingombranti e inutili.
:-)

Lucien ha detto...

Non è il massimo, ma temo sia un processo irreversibile; toccherà adattarsi: ci sono cose peggiori. L'importante è che la musica continui a circolare e i musicisti a suonare.

Alessandro ha detto...

Un dramma. Quello che ci racconti è un vero dramma.

Pensare: lo shopping musicale di Londra = roba da vecchi, mi fa star male. dico davvero. soprattutto perchè ho 28 anni e adoro quel genere di ricerche in sperduti negozietti, con la mia lista sempre presente tra le mani.

Anonimo ha detto...

Ho appena comprato un impianto stereo "vecchio tipo" AMPLIFICATORE-CD-CASSE, di marca, spendendo cica 2.000 euro , perche il suono degli Hi Fi ( cubo ) fa schifo, qualsiasi marca, con suono chiuso ed occorre sempre alzare il volume. Spendo circa 100 euro al mese in cd, ultimamente per Arctic Monkeys, Midlake, Sparklehorse, The National ... SONO UN COGLIONE SECONDO VOI O VALE PROPIO LA PENA APPREZZARE VERAMENTE LA MUSICA PER LA SUA QUALITA', PORCA TROIA. SCUSATE .. Andrea 41 anni

Joyello ha detto...

Andrea, no. Non sei un coglione. Sei solo vecchio.
Perdona, non voglio offenderti, io ne ho 48, quindi son più vecchio di te. Spendo un patrimonio in dischi in vinile perché comperare i Cd non mi piace: sono brutti, scomodi e suonano male...
Dico solo che il mondo cambia e le evoluzioni servono sempre a qualcosa.
Oggi i ragazzi non sono interessati ai dischi, ascoltano la musica nell'iPod (lo faccio anche io, quando son fuori casa) e per loro questo è l'unico modo. Quando ci vedono coi nostri trabiccoli tipo giradischi, lettore cd eccetera... ci trovano patetici o, nel migliore dei casi, teneri nostalgici. Più o meno quello che pensavamo noi quando, negli anni 60 o 70, vedevamo qualcuno insistentemente legato ai 78 giri... o anche quando, negli anni 80, c'era chi insisteva a comperare le cassette Stereo8 al posto delle Compact Cassette.
Il mondo cambia, i dischi e i CD rimangono solo per accontentare noi vecchi disperati... ma i negozianti muoiono di fame e... convertono il negozio in qualcos'altro (tra l'altro, onan: Rough Trade e HMV hanno ridotto lo spazio dei dischi in favore di cosa? Blueray?)
:-)
Baci

satomi ha detto...

Io ho visto per pochi anni le musicassette e poi subito i cd e gli mp3. La ricerca nei negozi non l'ho mai provata, ho iniziato direttamente dalla ricerca su Napster. e ne ho dei bei ricordi, ma nessun rimpianto. Adesso compro le musicassette originali rigorosamente anni 90 appena le trovo (ho scoperto che in Indonesia ne pubblicano ancora di nuove), ma solo per gioco, senza passione.
ultimamente compro pochi cd, per una questione di rispetto nei confronti dell'artista.

Andrea 41 anni: coglione no, ma 'nerd' della musica di sicuro. E nel senso migliore possibile del termine. Io ad esempio non percepisco la differenza tra un mp3 ad alto bitrate e un wave, ma forse il motivo sono la mancanza di ampli e casse decenti (ho delle bose attaccate al pc).

Ah, HMV si è buttata sui videogiochi.

Anonimo ha detto...

Ho letto che studi dimostrano che il download riduce l'ascoltatore all'APATIA!!!!! possiamo sperare ?
Assistiamo ad una rinascita di interesse nei confronti della musica live, un ritorno degli srumenti acustici, l'interesse per il vinile e formati analoghi.
possiamo sperare ???????

Andrea

onan ha detto...

Io credo che finchè durerà la gratuità non vi sia speranza.

Luca (radionoiseblues) ha detto...

c'è una cosa peggiore della morte del disco: è la morte del concetto di album.

chiara ha detto...

Boh Onan, non ti seguo qui... la Rough Trade ne ha di vinile, parecchio.. che i negozietti indipendenti di berwick street stessero chiudendo ne avevi appunto parlato tempo fa ricordo. Ma di vinile se ne trova ancora parecchio mi pare... e alla rough trade ho trovato cd super rari...

onan ha detto...

chiara: volevo solo dire che mentre c'è qualcuno che pensa che non solo tutto non sia morto, ma che addirittura posa stare in piedi con la riscossa del vinile, anche a Londra, forse l'unico posto al mondo dove i dischi ancora li vedevi e sembrava quasi fossero una cosa che ancora si vendeva, tranne qualche riserva rimasta non li vedi proprio più. Togli qualche Rough Trade e poco altro, e potresti fare km e km senza mai trovare trovare lo straccio di un banalissimo CD.
E se è così a Londra, significa che è finita e basta, altro che ritorno del vinile...

chiara ha detto...

capisco... il ritrono al vinile ci sarà pure ma la crisi discografica è ben più pesante... e se pensi al caso BBC6 è illuminante. Se la chiudono è un segnale orrendo.

preghiamo...

Giuliano ha detto...

mi sembra che qui si confonda la chiusura dei negozi (che dipende dalla crisi economica) con i gusti delle persone che acquistano musica. L'acquisto di album si e' trasferito su ebay, il mercato non giustifica l'esistenza di tanti punti vendita, se non in rari casi (rough trade et similia, che pero' organizzano concerti, etc.). Poi c'e' il fatto che ci acquista musica appartiene a una specifica fascia di eta' - io ho 45 anni e siccome compravo album new wave da giovane sono ben disposto per comprare i vari re-issues, etc. - mentre la nuova generazione non vede il punto di spendere per musica che puo' tranquillamente scarica gratis.
Giusto? Sbagliato? Penso che tutta la solfa della bellezza degli album sia solo una strategia di marketing, adesso stanno rilanciando le cassette...
Alla fine della fiera conta la distribuzione di musica, e mi sembra che radiohead abbiano gia' indicato la strada.
Saludos

chiara ha detto...

Beh Guglielmo è un circolo vizioso... i negozi chiudono perché non vendono dischi, non vendono dischi perché la gente li scarica, la gente li scarica ergo gli artisti aggiustano il tiro e impacchettano singoloni più vendibili che album... ma tutto ciò funziona solo per le band disposte a vendersi in questo modo non certo per tutte. Anche se il downloading colpisce tutto il mercato.


comunque qui a Londra i records contano ancora perbacco!!! ecco accà:

http://www.nme.com/news/various-artists/50646

onan ha detto...

chiara: sono d'accordo su tutto ciò che dici. Ma trovo il "Record Store Day" una evidente e tristissima manifestazione di una irreversibile estinzione. Sembra il giorno "per non dimenticare".

Anonimo ha detto...

Onan ma tu contribuisci alla crisi del cd o vinile????? Ne compri ????? ascolti musica a casa tramite mp3-computer-Hi Fi ( cubo ) o con un'impianto che ti valorizza la qualità della musica, sei nel tuo divano e godiiiiii.

" Perché non ti rilassi e vai avanti nella vita?
non importa quello che è avvenuto in passato o quello che credi potrebbe avvenire in futuro, importa il tragitto, santo Iddio! Non c’è motivo di affrontare tutte le merdate se non ti godi il tragitto.. e sai che ti dico? quando meno te lo aspetti potrebbe capitare qualcosa di bello, più importante di quello che avevi programmato… "

Andrea.

onan ha detto...

Andrea: grazie della preziosa dritta, fratello.

DOC74 ha detto...

Condivido il disappunto e l'amarezza...i negozi di dischi stanno scomparendo. Martedì scorso mi trovavo a Londra, città che ho frequentato abbastanza spesso negli anni...l'ultima volta ero stato 3 anni fa. Come al solito quando vado a Londra vado in uno splendido negozio di dischi usati che si trova a Soho, proprio alle porte del quartiere a luci rosse.
Quest'anno volevo far conoscere questo negozio ad un mio amico, anche lui appassionato di musica e di cd...ebbene, la sorpresa è stata agghiacciante: il negozio era sparito. O meglio c'era una vetrina desolata e triste: dentro si intravvedevano spogli spazi ammuffiti e polverosi. Che tristezza. Era uno dei posti più belli di Londra. Qualcuno si ricorda il negozio?
Era fantastico, incredibile, unico: vecchio, vecchissimo, pieno di stanze piccole, strapiene di cd ammucchiati o disposti per genere in scaffali porta cd. Entrare nel negozio era come entrare in un labirinto: piccoli anfratti, scalini, scaffali ovunque, una scala che portava nel sottosuolo, scatoloni, e un costante insopportabile odore di muffa e polvere. Ci passavo delle ore a cercare cd a prezzi davvero molto convenienti: da 3 a 5sterline. E i cd erano tantissimi. Che posto unico! Ci sono rimasto davvero male quanto l'ho trovato desolatamente chiuso.
Forse un'epoca sta davvero finendo...

onan ha detto...

DOC74: sì, uno dei tanti "defunti" della via dell'antiquariato Berwick Street. E' finita.