2 giugno 2008

Largo ai vecchi

Sostengo, da quando i dischi si è iniziato a non venderli più, che uno dei pochi rimedi per la sussistenza dell'artista sarebbe stato il suo naturale ritorno all'attività concertistica.
Non più megastar con profitti mastodontici da proventi discografici, ma musicisti che portano in giro la propria musica.
A vedere l'impressionante quantità di concerti che nei prossimi due mesi satureranno la penisola, sembrerebbe evidente che il live sia il futuro.
Osservando però, con attenzione, a quali artisti è delegata la possibilità di riempire arene, teatri, palazzetti e festival si scopre che sono solo "i vecchi": R.E.M., Iron Maiden, Metallica, Slayer, Bjork, Kiss, Judas Priest, Neil Young, Radiohead, Verve, RATM, Massive Attack, Sex Pistols, Police, Springsteen...
Nessun nome affermatosi nell'era "free-music".
Come a dire: la popolarità e l'autorità per vendere tanti biglietti ce l'hanno solo coloro che la musica sono riusciti a farsela comperare.
Un altro bel problema.

10 commenti:

Anonimo ha detto...

Ma questa è una tendenza europea? La mia impressione è che sia più che altro una questione italiana, mentre all'estero si è più propensi a scommettere sul nuovo. Non solo nella musica, come si sa.

onan ha detto...

cornholio: direi che in Italia è solo leggermente accentuata. Ma anche all'estero con i nomi del "presente" non si riempie alcun festival.
Si riempie solo il cartellone, ma per vendere i biglietti si ricorre agli headliner del "passato".
A Glasto han messo Jay Z e Kings Of Leon. Dopo due mesi non è ancora sold-out. Di solito ci mettevano due ore. Come è successo per Reading con Metallica e RATM.

Captain Howdy ha detto...

Non credo sia solo questione di chi ha venduto in passato ma piu' che altro che l'attitudine ad esser "evento da stadio" negli ultimi anni e' stata persa dai nuovi artisti, prediligendo piu' una dimensione da Club. Questa e' diretta conseguenza dell'eccessivo sdoganemento del termine Indie avvenuta (nel bene e nel male" nell'ultimo decennio.
L'unico tentativo serio di diventar "Stadium Rock" tra i "giovani" l'ha provato tre anni orsono i Coldplay, vedremo tra poco(con il nuovo disco e la tournee')se cison sveramente riusciti.

onan ha detto...

captain howdy:
Si, i Coldplay e sicuramente anche i Muse rappresentano le uniche band da stadio a livello internazionale.
Poi esistono delle eccezioni nazionali. Gli Arctic Monkeys e i Kaiser Chiefs in Uk, i Negramaro in Italia.
Il fatto è che tutte queste band fanno eccezione anche nei termini di vendita di dischi. Sono praticamente gli ultimi ad essere riusciti, anche contro ogni logica, a venderne milioni. Quindi, guarda caso, riempiono stadi o festivals.

Capisco e condivido ciò che intendi del risultato dello sdoganamento del termine "indie".

Anonimo ha detto...

Secondo me in Italia il problema è maggiore che all'estero perchè si ha meno cultura musicale. Però la tua considerazione mi trova d'accordo. Al Primavera c'era il pienone coi PublicEnemy seguiti dai Portishead mentre al sabato c'era molta meno affluenza.
Ps.: a proposito, ma c'erano i Black Mountain dalle tue parti. Niente?...cosi', curiosità...

Saluti, C.

onan ha detto...

c.: esattamente a questo mi riferivo. Pure al primavera che è uno dei festival alternativi per eccellenza c'è bisogno di Public Enemy e Portishead per funzionare.

I Black Mountain la settimana scorsa erano a Verona all'Interzona. Troppo stanco quella sera per andarci da solo. Non riesco a darmi pace per aver rinunciato.

Ted ha detto...

Oppure: i soldi per comprare quei biglietti ce l'hanno solo i vecchi, che ascoltano musica da vecchi.

onan ha detto...

ted: può essere. Però i giovani che non già spendono soldi nei dischi avranno davvero musicisti che desidererebbero vedere gratuitamente?

Anonimo ha detto...

Forse i gruppi più recenti sono penalizzati dalla vastità eccessiva dell'offerta, che sembra diluire molti di quegli aspetti che in qualche modo rendevano rendevano forte e caratterizzante l'identità dei gruppi ora vecchi. Fatte le debite proporzioni sembra il passaggio dall'artigianale (o come si aveva la sensazione che fosse) all'industriale che svuota di sapore. Oppure come tempo fa dicevi tu, forse i teenagers oggi sono più attratti da una vastità di altre cose, in primis i videogames

onan ha detto...

leo: credo sia la componente di queste due cose:
il peso di nuovi interessi, su tutti i videogiochi (che si comprano e non si scaricano), e la gratuità assoluta della musica che ha tolto completamente valore e stimolo.